Pubblicato il 03/06/2019
CULTURA

“Il Trono di Grazia”, tavola fiamminga di Vrancke van der Stockt torna a Caltagirone



La preziosa tavola, meglio conosciuta come “la Trinità”, dopo essere stata restaurata ed esposta nella Pinacoteca Vaticana dal 22 marzo all’8 giugno, torna il 13 giugno alla sua sede di Caltagirone.

di Giacomo Belvedere

Torna a Caltagirone,  dopo essere stata restaurata ed esposta nella Pinacoteca Vaticana dal 22 marzo all’8 giugno, la preziosa tavola fiamminga , “Il Trono di Grazia”, (1485-1495), meglio conosciuta come “la Trinità”, attribuita a Vrancke van der Stockt (1420 ca. - 1495), e custodita nel Museo Diocesano di Caltagirone, in Sicilia.


Giorno 13 giugno alle ore 18.30, nella Sala Karol del Museo Diocesano di Caltagirone, sarà inaugurata la mostra Trono di Grazia. Il ritorno della tavola fiamminga a Caltagirone, organizzata dalla Soprintendenze per i Beni Culturali e Ambientali di Catania e dalla Diocesi di Caltagirone e curata da Roberta Carchiolo, Fabio Raimondi, Manuel Parada López de Corselas. La mostra vede coinvolti i Musei Vaticani, il Museo Archeologico Nazionale e il Museo Nazionale del Prado di Madrid, la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis.

Interverranno mons. Calogero Peri, Vescovo di Caltagirone; Gino Ioppolo, Sindaco di Caltagirone, Sergio Alessandro, Dirigente generale  del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana; Rosalba Panvini, Soprintendente beni culturali e ambientali di Catania; Barbara Jatta,  Direttrice dei Musei Vaticani; Sergio Vidal Álvarez, Curatore capo del dipartimento di antichità medioevali del Museo Archeologico Nazionale di Madrid; José Juan Pérez Preciado, Curatore del dipartimento di pittura fiamminga del Museo Nazionale del Prado di Madrid.

Seguiranno le relazioni scientifiche di Adele Breda, Musei Vaticani; Roberta Carchiolo, Soprintendenza beni culturali e ambientali di Catania; Angela Cerreta, Musei Vaticani; Marco Toja, Coordinatore del Progetto “Trono di Grazia 4.0.”; Francesco Failla, Direttore dell’Archivio e della Biblioteca della Diocesi di Caltagirone.

Moderatore della tavola rotonda: don Fabio Raimondi , Direttore del Museo Diocesano Caltagirone.


L’opera, eccezionalmente esposta sino all’8 giugno nella Pinacoteca Vaticana, rientrerà nella sua sede espositiva presso il Complesso Monumentale dei Frati Minori Conventuali di Caltagirone e potrà essere ammirata da tutti i visitatori dei Musei all’indomani delle indagini scientifiche e dell’intervento conservativo eseguiti proprio nei laboratori vaticani.

Il dipinto, un tempo attribuito a Rogier van der Weyden e meglio conosciuto come “La Trinità”, era un tempo custodito nella basilica di S. Giorgio a Caltagirone. Si tratta di un olio su tavola donato nel 1783 alla chiesa di S. Giorgio dalla baronessa di Favarotta Donna Agata Interlandi ed era collocata posta nella cappella a sinistra dell’altare in una edicola marmorea realizzata nel 1907.

La tavola riprende una tipologia diffusa in ambito fiammingo a partire dal XV secolo: il Padre sorregge il corpo esanime del figlio, secondo uno schema iconografico che si rifà a quello della Pietà. Nel dipinto infatti il Padre seduto un trono a baldacchino e con i piedi poggiati sul globo terrestre, sorregge il corpo del Figlio morto; la colomba dello Spirito Santo che si libra tra i due volti estremamente sereni, dice l’Amore che li unisce: sono veramente un solo Dio in tre Persone ed è il Dio Trino che ha redento l’uomo.


Ai piedi di Cristo è la Vergine Maria, sorretta da Giovanni, discepolo prediletto da Gesù, e accanto Maria Maddalena, la peccatrice pentita che unse i piedi a Cristo prima della sua Passione. L’Addolorata ha una caratteristica che la rende assai singolare: è stata infatti rappresentata come una donna sofferente per le doglie del parto. Un raffinato riferimento alla teologia dei Padri della Chiesa, per i quali Maria è immagine della Chiesa Madre, la nuova Eva che nasce dal costato del nuovo Adamo, Cristo, che donandosi ha redento ogni uomo.

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