I volantini diffamatori sono stati sparsi e affissi ai muri della città la notte tra il 22 e 23 maggio, in coincidenza con l'anniversario della strage di Capaci. Sotto scorta quando era vescovo di Piazza Armerina, mons. Pennisi vietò i funerali pubblici al boss Totò Riina, “trattandosi di un pubblico peccatore”.
Ancora sotto choc la comunità diocesana di Monreale, dopo che il 23 maggio la città è stata “invasa” da volantini diffamatori che accusavano l’arcivescovo mons. Pennisi di collusione con la mafia: “Mons. Pennisi protettore dei mafiosi”, così si legge in decine di volantini sparsi nottetempo per tutta la città e affissi in vari posti la notte tra il 22 e 23 maggio. Una data scelta non a caso, coincidente con l’anniversario della strage di Capaci.
“La Comunità diocesana – scrive il vicario generale mons. Antonino Dolce - condanna il vile gesto di ignoti che, attraverso volantini sparsi nottetempo nel viale di accesso al Palazzo Arcivescovile e affissi in vari posti di Monreale, diffamano mons. Michele Pennisi come protettore dei mafiosi ed esprime vicinanza e sostegno al suo Pastore, da sempre impegnato nella lotta alla mafia”.
“Ne sono prova – continua Dolce -, oltre i frequenti riferimenti nelle omelie, anche il decreti con i quali vieta ai mafiosi di fare parte delle confraternite e di svolgere il ruolo di padrini di battesimo o di cresima e non sono neppure mancati gli appelli alla conversione lanciati ai mafiosi in vari suoi interventi, soprattutto in occasione della presentazione di ” Convertitevi!”, la Lettera dei Vescovi di Sicilia a venticinque anni dall’appello di San Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi di Agrigento”.
Sotto scorta quando era vescovo di Piazza Armerina, mons. Pennisi vietò i funerali pubblici al boss Totò Riina, “trattandosi di un pubblico peccatore”.
Il vicario generale “auspica che presto si possa fare
luce sull’ingiusto attacco diffamatorio”. Sul grave episodio indagano i
Carabinieri.
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