Pubblicato il 30/04/2019
ATTUALITÀ

Caltagirone, ragazzo caduto dalle scale: il “Favo: “Grossolane inesattezze e facile senzazionalismo”



“Nessun volo da 10 metri. Grossolane inesattezze  e facile senzazionalismo”. Riguardo all'incidente occorso domenica sera a un minore ospite della Comunità "Il Favo", caduto dalle scale antincendio, Filippo Pizzo, responsabile della comunità alloggio, oggi chiarisce i fatti. E precisa che Le attività di tale comunità non hanno alcuna relazione con quelle (mensa, recupero scolastico, parco giochi etc...) portate avanti dall'Ente Ecclesiastico Città dei Ragazzi-Don Luigi Sturzo, al quale quindi non è ascrivibile alcuna responsabilità per l'accaduto.


Riguardo all'incidente occorso domenica sera a un minore ospite della Comunità “Favo, caduto dalle scale antincendio, Filippo Pizzo,  responsabile della comunità alloggio per minori, che opera all'interno dei locali della Città dei Ragazzi di Caltagirone, oggi precisa: In riferimento a quanto riportato in data 29/04 da un articolo pubblicato dal periodico locale "Prima Stampa", relativo alla caduta di un minorenne all'interno della "Città dei Ragazzi", mi preme correggere alcune grossolane inesattezze e precisare alcuni aspetti della vicenda. La caduta che ha coinvolto il minore non si è verificata da un'altezza di 10 metri (che probabilmente non è raggiunta nemmeno dal tetto dell'edificio...), ma di circa 4/5 metri (interrotta peraltro dopo un paio di metri da una tettoia posta proprio sotto il luogo dell'incidente). Si tratta di un'esagerazione che tralascia i fatti inseguendo un facile sensazionalismo. Inoltre, il minorenne caduto è ospite di una comunità–alloggio per minori affittuaria di alcuni locali all'interno della struttura”.


Le attività di tale comunità - continua Pizzo - non hanno alcuna relazione con quelle (mensa, recupero scolastico, parco giochi etc...) portate avanti dall'Ente Ecclesiastico Città dei Ragazzi-Don Luigi Sturzo, al quale quindi non è ascrivibile alcuna responsabilità per l'accaduto.


Dispiace constatare  - conclude il responsabile della comunità - che né il sottoscritto, in qualità di responsabile della comunità-alloggio, né tantomeno Padre Francesco Di Stefano, direttore dell'ente Ecclesiastico, siano stati interpellati per ottenere maggiori e più precise informazioni. Ci si chiede infine se sia stata richiesta (ed ottenuta) un'autorizzazione alla pubblicazione di una diagnosi medica, coperta come ovvio dalla normativa sulla privacy, relativa peraltro ad un minore inserito in comunità e tutelato dal Tribunale per i Minorenni competente. Si rimane a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Filippo Pizzo
”.

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