“La Procura di Caltagirone faccia i nomi”. Lo chiede Ignazio Corrao, europarlamentare dei Cinquestelle, in relazione alla notizia di un maxi sequestro in provincia di Catania di quasi mille tonnellate di grano in cattivo stato di conservazione, tra ratti, piccioni morti ed escrementi, effettuato dai Carabinieri della Tutela Agroalimentare.
“La Procura di Caltagirone faccia i nomi". Lo chiede Ignazio Corrao, europarlamentare dei Cinquestelle, in relazione alla notizia di un maxi sequestro in provincia di Catania di quasi mille tonnellate di grano duro in cattivo stato di conservazione, tra ratti, piccioni morti ed escrementi, effettuato dai Carabinieri della Tutela Agroalimentare.
“Adesso - spiega l'europarlamentare - è il momento di tirare fuori i nomi di chi se ne infischia della nostra salute e quella dei nostri figli. Per questo chiedo alla Procura di Caltagirone, di diffondere il nome dell’azienda responsabile una volta accertato questo reato. Immaginate quasi mille tonnellate di grano siciliano per uso alimentare, destinato al pane o alla pasta, depositate sfuse a terra all’interno di locali con ratti, piccioni morti ed escrementi".
“Io lo trovo pericoloso e inaccettabile" - conclude Corrao. “Non posso tollerare che rimanga nell’anonimato un’azienda che ha fatto business sulla salute dei siciliani. L’azienda in questione rischia un’ammenda di qualche decina di migliaia di euro, ma se non incominciamo a sanzionare pubblicamente queste imprese scorrette informando i cittadini, non riusciremo a contrastare il fenomeno della contraffazione alimentare che crea un danno di svariati miliardi all’economia del Paese”.
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