L’idea è stata avanzata in un’interrogazione parlamentare di una cinquantina di parlamentari pentastellati, inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e ai ministri della Difesa e degli Esteri Elisabetta Trenta ed Enzo Moavero Milanesi.
di Giacomo Belvedere
È un po’ una sorta di
ritorno alle origini per l’ex Residence degli Aranci, posto in Contrada
Cucinella alle falde di Mineo: essere riconvertito in un polo addestrativo
e di formazione per le Forze Armate, le Forze dei dell’Ordine, la Protezione
civile e i Vigili del Fuoco sia per la cooperazione militare (in chiave PESCO)
che per iniziative di peacekeeping. Lo chiedono una cinquantina di parlamentari
Cinquestelle. Da una destinazione d’uso militare, passare, quindi, esaurita la
lunga parentesi del centro di accoglienza, a una nuova destinazione militare. D’altro
canto è poco plausibile che in centro possa essere riconvertito in un
agglomerato cittadino ad uso civile: i progetti di social housing ipotizzati all’indomani
della dismissione del centro da parte dei militari statunitensi, si rivelarono sogni
nel cassetto destinati a rimanere sogni. E per il centro menenino, dopo la chiusura, si prospetta un futuro di reperto archeologico, rudere da collocare nella custodia dei ricordi
ingialliti del tempo che fu.
Il centro, con le sue 400 villette a schiera era sorto per ospitare i militari statunitensi di stanza a Sigonella e le loro famiglie. Poi, dopo la partenza degli americani, la sua riconversione, grazie ad un’illuminazione avuta il giorno di San Valentino del 2011 dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dal suo ministro dell’Interno Roberto Maroni, nel più grande centro di accoglienza per richiedenti asilo d’Europa, che è arrivato ad ospitare sino a più di 4500 migranti. Oggi, dopo le bufere giudiziarie, le cui conseguenze si fanno ancora sentire, la lenta agonia: ridotto a circa 800 ospiti, si sta lentamente sgonfiando, sino alla annunciata chiusura, secondo quanto riferito da fonti del Viminale, entro il 2019. Nonostante le iniziative e proteste dei 299 lavoratori del centro, di cui già 160 rimasti a casa e gli altri con il foglio di via in mano, per i quali non appare realistica nessuna prospettiva di reimpiego.
Come in ogni commedia che si rispetti, giunti all’ultimo atto del copione, arriva il coup de théâtre: la proposta,avanzata da una cinquantina di parlamentari dei CinqueStelle di “trasformare l’attuale Cara di Mineo in un polo addestrativo e di formazione per le Forze Armate, le Forze dei dell’Ordine, la Protezione civile e i Vigili del Fuoco sia per la cooperazione militare (in chiave PESCO) che per iniziative di peacekeeping”.
L’idea è stata avanzata in un’interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e ai ministri della Difesa e degli Esteri Elisabetta Trenta ed Enzo Moavero Milanesi. L’interrogazione ha come primo firmatario il Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati il calatino Gianluca Rizzo ed è sottoscritta, da tutti i deputati siciliani pentastellati, dalla Presidente della Commissione Affari Esteri Marta Grande, dal Presidente della Commissione Affari Costituzionali Giuseppe Brescia e dal capo della delegazione presso l’Assemblea Parlamentare della Nato Luca Frusone.
“Il Centro d'accoglienza per richiedenti asilo (CARA) –si legge nell’interrogazione - è stato fino a pochi mesi fa la più grande struttura in Europa in grado di ospitare extracomunitari richiedenti asilo. Il Consiglio dell'UE dell'11 dicembre 2017 - sulla base di una proposta presentata da Francia, Germania, Italia e Spagna - ha adottato una decisione con la quale è stata istituita la cooperazione strutturata permanente (PESCO) in materia di difesa, alla quale partecipano tutti gli Stati membri UE tranne Gran Bretagna, Danimarca e Malta. Da qui la richiesta del recupero della struttura del CARA di Mineo attraverso progettualità legate al mondo della difesa con compiti di formazione in modo da consentire il rilancio del sito, l’applicazione delle linee guide del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta”.
“Dopo aver ricordato le numerose missioni internazionali di pace a cui partecipa l’Italia – spiegano i firmatari -, abbiamo sottolineato la capacità e peculiarità italiana nello svolgere queste fondamentali attività di pacificazione dei territori ove siamo presenti”.
Secondo i parlamentari pentastellati, “La creazione
di un polo di eccellenza europeo e mondiale nella struttura del Cara di Mineo
consentirebbe di valorizzare le nostre capacità in campo di istruzione delle
forze armate, per realizzare la cooperazione militare e razionalizzare le spese
per missioni internazionali con progetti ricadenti sul territorio nazionale,
riducendo l’esposizione di nostri militari a rischio in teatri operativi,
taluni ostilI”.
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