Pubblicato il 11/03/2019
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Disastro aereo in Etiopia, due minuti lunghi quanto una vita: l'incredibile storia dell'unico superstite



Perde l’aereo per due minuti, per problemi al bagaglio. Due minuti che gli valgono una vita. Quell’uomo, Antonis Mavropoulos, cittadino greco e presidente di una ONG, è l’unico passeggero del Boeing 737 dell'Ethiopian Airlines, precipitato ieri, a essersi salvato. Per pura coincidenza non era su quel maledetto volo. Morale: prendiamo la vita con leggerezza; ché potremmo anche perderla per sempre.

di Giacomo Belvedere

Ci sono storie che a raccontarle non ci si crede. Eppure sono vere. La vita spesso ha molta più inventiva e fantasia dell'immaginazione più sbrigliata. Guardate bene questa foto. Postata prima della tragedia che lo ha sfiorato, lasciandolo indenne. C'è un uomo, che pare librarsi nel cielo, mentre sorbisce una tazza di tè o caffè. Un gesto di quotidiano e sereno relax, se non fosse per la posizione in bilico tra cielo e terra. Quasi una premonizione. La sua storia ha dell'incredibile. Quest'uomo perde l’aereo per soli due minuti, per problemi al bagaglio. Due minuti che gli valgono una vita.

“Ero furioso - racconta - perché nessuno del personale di imbarco mi aveva aiutato a prendere quell’aereo. L'ho perso per due minuti: quando sono arrivato, l'imbarco è stato chiuso e ho visto gli ultimi passeggeri entrare nel tunnel. Ho urlato di farmi entrare ma non l'hanno permesso”. Quando si dice la malasorte. 

“Il personale  dell'aeroporto, gentile, mi ha detto che mi sarei imbarcato sul prossimo volo delle 11:20, si è scusato per il disagio e mi ha trasferito in una bella lounge per l'attesa”. Un'attesa piena di nervi. Possiamo immaginare: gli appuntamenti saltati; gli impegni andati in malora.

Quindi un altro impedimento, quasi la sorte quel giorno ce l'avesse proprio con lui: “Alle 10:50, due agenti di sicurezza mi hanno informato che per motivi di sicurezza non avrebbero permesso il mio imbarco. Nonostante le mie vibrate intense proteste, non hanno lasciato alcun margine di discussione e mi hanno portato dal loro superiore, al Dipartimento di polizia dell'aeroporto.

Qui la notizia improvvisa, quasi una deflagrazione che non lascia scampo, un'epifania a un tempo crudele e clemente. L’uomo mi ha detto dolcemente di non protestare e dire grazie a Dio, perché ero l'unico passeggero che non si era imbarcato sul volo ET 302. E questo era il motivo per cui non potevano lasciarmi andare, fino a quando non avrebbero chiarito la mia posizione e perché non mi fossi imbarcato”.

Senti la morsa della morte che ti sfiora gelida con le sue dita, ma poi, fortunosamente, passa oltre:“All'inizio ho pensato che stesse mentendo, ma il suo atteggiamento non ha lasciato alcun margine di dubbio. Ho sentito il terreno mancarmi sotto i piedi”.

Quindi la vita ritorna prepotente a far sentire la sua voce: “Mi sono reso conto che dovevo immediatamente contattare la mia gente e dire loro che non ero sull’aereo e che per due piccole circostanze casuali avevo perso il volo. Nel momento in cui ho fatto quel pensiero sono crollato, perché mi sono reso conto chiaramente di quanto fossi stato fortunato”.

Quest’uomo, Antonis Mavropoulos, cittadino greco e presidente di una ONG, è l’unico passeggero del Boeing 737 dell'Ethiopian Airlines, precipitato ieri, a essersi salvato. Per pura coincidenza non era su quel maledetto volo. Ha raccontato la sua incredibile vicenda su Facebook, postando la foto del biglietto aereo.

Morale: prendiamo la vita con leggerezza; ché potremmo anche perderla per sempre.

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