La bambina, dopo insistenti richieste, aveva confidato alla mamma – che aveva notato un cambio di atteggiamento, una maggiore chiusura della piccola – che il padre le “aveva fatto del male”
di Giusi Scollo – Giacomo Belvedere
I Carabinieri del Nucleo operativo di Caltagirone hanno posto fine a una squallida storia di violenza su minori fra le mura domestiche: due ragazzi subivano le attenzioni morbose del padre, un uomo di Caltagirone, sposato, che era già noto alle forze dell’ordine, perché a suo carico figurano numerosi precedenti penali.
Il 25 marzo scorso, i Carabinieri della Compagnia di Caltagirone hanno eseguito il fermo d’indiziato di delitto d’iniziativa di N.G., poiché ritenuto gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale aggravata e atti sessuali con minorenne commessi ai danni dei figli, rispettivamente uno minore di anni dieci e l’altro minore di anni quattordici.
A lanciare l’allarme sono stati i medici del pronto soccorso cui si era rivolta la convivente del fermato per chiedere che fosse sottoposta a visitata la figlia, in quanto asseritamente vittima di ripetuti abusi da parte del padre. La bambina infatti, dopo insistenti richieste, aveva confidato alla mamma – che aveva notato un cambio di atteggiamento, una maggiore chiusura della piccola – che il padre le “aveva fatto del male”. Quest’ultimo, approfittando di temporanee assenze della donna, abusando della relazione parentale e della situazione determinata dalla convivenza, avrebbe costretto la bambina a subire reiterati atti sessuali.
Come ciò non bastasse, dall’inquietante racconto è emerso anche che ad essere oggetto di morbose e concupiscenti attenzioni, non era solo la bambina ma anche il fratellino.
L’operazione, coordinata dal procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera, è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo operativo di Caltagirone che, al termine delle attività investigative, hanno deciso di adottare il provvedimento di fermo di indiziato delitto a carico dell’indagato, per il reato di violenza sessuale aggravata consumata nei confronti dei figli minori, accompagnandolo presso la locale casa Circondariale a disposizione dell’autorità giudiziaria.
All’esito del giudizio di convalida è stata applicata allo stesso la misura cautelare della custodia in carcere, unica ritenuta proporzionata alla gravità del fatto e adeguata ad evitare il compimento di nuovi e analoghi reati.
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