Pubblicato il 07/04/2017
CRONACA

Patrizia Formica poteva essere salvata? Oggi funerali in Cattedrale



Sono ancora molti i punti oscuri riguardo alla dinamica del delitto su cui gli inquirenti stanno cercando di far luce. Patrizia Formica sarebbe morta per sanguinamento e ci sarebbe stato il tempo per salvarla.
di Giusi Scollo

Si celebreranno oggi alle 16.00 in Cattedrale i funerali  della 47enne Patrizia Formica uccisa  dal compagno, Salvatore Pirronello, nella notte tra il 2 e il 3 aprile scorso. La celebrazione liturgica sarà officiata dal vescovo  di Caltagirone mons. Calogero Peri.

Una coltellata. Poi una seconda, una terza e ancora una. In piena notte, nella sua abitazione, dopo una domenica trascorsa con l’uomo che amava, il figlio e gli amici «tutti insieme appassionatamente», per Patrizia  è la fine. Non ci sarà più un domani per lei.  Anche Caltagirone da oggi ha il suo “posto occupato”. Patrizia Formica, si aggiunge alla lista,  sempre più numerosa, di donne uccise ogni giorno dal proprio marito, dal compagno, dall’uomo che amavano.   

Intanto Pirronello resta in carcere. Lo ha deciso il Gip che ha convalidato l’arresto per omicidio aggravato. Continuano senza sosta le indagini degli inquirenti. Si sta confrontando la versione dell’assassino con quanto emerge dagli interrogatori dei familiari ed anche con le risultanze degli esami autoptici conclusi giovedì 5 aprile, per tentare di comporre assieme le tessere di un mosaico che appare ancora assai confuso e con tratti contraddittori. In questi giorni si stanno sentendo i figli, gli amici e le amiche della donna e i parenti, per tentare di capire il “clima” che si viveva in famiglia. Salvatore, il fratello della vittima, ha dichiarato di aver ricevuto un sms da parte di Patrizia in cui lo informava di voler comprare casa:  «Vogliamo comprare casa con Salvo. La casetta che hai tu va bene per noi».

LA VERSIONE DI PIRRONELLO – Facciamo un passo indietro al giorno della tragedia. Secondo quanto dichiarato da Pirronello, durante un primo interrogatorio, condotto dal Luogotenente Tommaso Cilmi del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Caltagirone, l’omicidio sarebbe frutto di un raptus.  La donna, avrebbe affermato l’omicida, soffriva per la lontananza dai figli, al punto che, sempre secondo il racconto dell’uomo, quest’ultimo avrebbe minacciato di interrompere la relazione per consentirle di dedicarsi completamente a loro. Ma Patrizia Formica non accettava la fine del rapporto, tanto che avrebbe tentato il suicidio. Di qui il passo indietro di Parrinello che, tuttavia, non sapendo cosa fare per mettere fine alla storia con la compagna, la notte tra domenica e lunedì, tra una sigaretta e un’altra, avrebbe maturato il proposito omicida. Mentre la donna era agonizzante riversa a terra, l’uomo si sarebbe ripulito, tolto il pigiama e rivestito con abiti puliti. Un particolare ha destato l’attenzione degli inquirenti: la camera era chiusa a chiave dal di dentro, il che farebbe pensare che la donna  ha avuto la forza di arrivare sino alla porta per chiudersi dentro.

SI POTEVA SALVARE? – Ma, a sconfessare l’ipotesi del raptus, sarebbe la dinamica stessa dell’omicidio. Bocche cucite, ovviamente da parte degli inquirenti, in attesa dell’esito dell’autopsia: di fondamentale importanza è infatti stabilire l’ora esatta della morte della donna, per capire se fosse ancora viva quando Pirronello è uscito di casa  per andare a costituirsi dai Carabinieri della vicina caserma. Certo è che l’uomo si è preso il tempo per ripulirsi e rivestirsi, togliendosi il pigiama.  A quanto pare dai primi accertamenti, da verificare, la donna non è morta sul colpo, dopo le quattro ferite inferte dall’uomo, ma il decesso è avvenuto per sanguinamento. Una morte, dunque, lenta e non improvvisa: lo scenario che si presenterebbe, se fosse verificato sulla base dei dati al vaglio degli inquirenti, è che la donna, forse, avrebbe potuto essere salvata, se il lasso di tempo tra l’aggressione e l’autodenuncia dell’assassino davanti ai Carabinieri fosse stato più breve. Particolare degno di nota, inoltre, è che l’uomo si è diretto alla caserma a piedi, allungando così i tempi. Altro particolare importante: l’uomo avrebbe avuto con sé il suo cellullare, ma non l’ha usato per chiamare i Carabinieri o il 118, che è stato allertato dal Carabinieri allorquando l’uomo si è presentato in caserma ed è giunto dopo pochi minuti sul posto, quando tuttavia, era ormai troppo tardi e la donna era già morta . Saranno l’esame dei reperti e del materiale biologico prelevati dai Ros a chiarire questi inquietanti interrogativi.

L’AVVOCATO  – Secondo quanto dichiarato dall’avvocato di Salvatore Pirronello, Assunta Nicolaci – raggiunta telefonicamente –  solo ora il suo cliente «sta realizzando quel che è successo»,. In questa fase – aggiunge –  è  «prematuro parlare di movente». Le chiediamo se l’uomo appare lucido: «lucido è da accertare»,  è la sua risposta.  Ci conferma che «appare pentito e chiede scusa a Patrizia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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