Tre le auto danneggiate dal piromane, in tre distinti episodi: l'uomo, dopo il matrimonio, ha posto in essere una serie di condotte vessatorie e prevaricatrici nei confronti della donna aggredendola, in più occasioni, con calci e pugni e cagionandole delle lesioni che la vittima, per paura di ritorsioni, soprattutto nei confronti dei tre figli minorenni, il più delle volte presenti alle aggressioni, non ha mai avuto il coraggio di denunciarlo.
Le indagini, coordinate dal magistrato titolare del fascicolo, hanno evidenziato come l’uomo, nel corso della convivenza familiare, iniziata dopo il matrimonio nel 1998, ha posto in essere una serie di condotte vessatorie e prevaricatrici nei confronti della donna aggredendola, in più occasioni, con calci e pugni e cagionandole delle lesioni che la vittima, per paura di ritorsioni, soprattutto nei confronti dei tre figli minorenni, il più delle volte presenti alle aggressioni, non ha mai avuto il coraggio di denunciare.
I comportamenti dell’indagato,
assunti il più delle volte sotto l’effetto dell’alcool, non
hanno conosciuto soluzione di continuità tanto da inasprirsi: alle
botte seguivano minacce tramite il brandire di coltelli, lancio di
suppellettili e frasi dal tono inequivocabile: “tu
sei la causa di tutti i miei mali, ti devo ammazzare…”
La decisione, presa lo scorso Dicembre, ha dato il via ad una escalation di episodi che ha visto il protagonista, in preda a dei veri e propri raptus, commettere in serie dei reati. Il 28 gennaio scorso, si ferma con uno scooter ad un distributore di carburanti riempie una tanica di benzina per poi recarsi sotto casa della moglie e incendiare la Fiat Punto in uso alla stessa, danneggiando con le fiamme anche il giardino e la facciata dell’abitazione della vittima.
Il 2 febbraio scorso, scegliendo sempre come vittime gli zii, appicca il fuoco alla seconda Fiat Panda, distruggendo il veicolo e danneggiando il portoncino d’ingresso e una pensilina di legno di pertinenza dei due familiari, facendo così sorgere il pericolo di un incendio di tutto l’immobile.
Gravi episodi denunciati dalle vittime ai carabinieri che, in pochissimi giorni, hanno ricostruito i fatti reato configurando un quadro probatorio a carico del reo che non ha lasciato alcun dubbio al giudice che, accogliendo la richiesta della Procura, ha emesso la misura restrittiva. L’uomo, assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Caltagirone.
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