“Fateli sbarcare. Paghiamo trasferimento, alloggio e gli offriamo un lavoro": è la proposta del Presidente di “Noi Albergatori Siracusa”. Per la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “L'Italia è responsabile".
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha compiuto ieri un primo passo per la tutela delle 47 persone soccorse dalla Sea Watch 3 e ancora a bordo della nave. La Corte ha riconosciuto infatti l’Italia come Stato responsabile, obbligando il governo italiano ad assicurare la tutela legale per i 15 minori e ad adottare misure che garantiscano assistenza e cure mediche. Queste importanti misure interinali sono comunque da considerarsi transitorie, perché poste “fino a nuovo avviso”, e il governo italiano è chiamato a fornire costantemente informazioni sulle condizioni a bordo.
“La corte – spiega Giorgia Linardi portavoce Sea Watch, in una nota di ieri sera - ha riconosciuto che vi sia una violazione di diritti umani in corso ne ha indicato a riguardo la responsabilità del governo italiano. In attesa che si disponga lo sbarco dei naufraghi in mare da 11 giorni, attendiamo la nomina dei tutori garanti per i minori non accompagnati, mentre segnaliamo come l’approvvigionamento di beni a bordo, pur necessario, abbia conseguenze determinanti sulla salute mentale dei naufraghi, in quanto segno di una soluzione sempre più lontana. Ciò che sta accadendo è vergognoso e disumano; chiediamo che ci si attivi per una soluzione immediata e accogliamo con speranza il piano di accoglienza disposto dalla città di Siracusa. Stiamo tenendo esseri umani in ostaggio a un miglio da terra. Questo riguarderà da domani anche il Capitano e l'equipaggio, che hanno necessità di sbarcare per il regolare avvicendamento”.
“La vicenda è quindi aperta, oltre che sul piano politico,
anche su quello legale”. Così Il team legale di Mediterranea sul pronunciamento della Corte Europea dei
Diritti dell’Uomo.
“Si tratta - dichiarano i legali - di un risultato di estrema importanza, ma le persone salvate restano
ancora prigioniere nonostante la grave precarietà delle loro condizioni, a
causa dell’ostilità del governo italiano che, illegittimamente, costruisce
rapporti di forza sui loro corpi impedendone l’ingresso in Italia”.
“L’obiettivo – continua la nota della Ong - rimane lo sbarco e l’accoglienza
di tutte le persone a bordo della Sea Watch. È una battaglia giuridica e
politica per i diritti, la libertà e la dignità di chi è ancora ostaggio in
mare, una battaglia che continueremo a portare avanti con determinazione, a
partire dalla stessa decisione della Corte, che non chiude ad ulteriori
sviluppi e domande, ma rimane attenta a quanto sta accadendo”.
“Vigileremo – conclude la nota -, nei prossimi giorni, sul rispetto delle
misure ordinate, il cui inadempimento non potrebbe che comportare una nuova
pronuncia della Corte, alla quale torneremo a rivolgerci qualora non si
raggiungesse una vera soluzione per le 47 persone a bordo della Sea Watch”.
“Fateli sbarcare. Paghiamo trasferimento, alloggio e gli offriamo un lavoro". Arriva intanto la proposta del Presidente di “Noi Albergatori Siracusa”, Giuseppe Rosano, che offre trasbordo, alloggio e lavoro per i migranti. La proposta è stata inoltrata in una lettera indirizzata al prefetto Luigi Pizzi, al sindaco Francesco Italia e al comandante della Capitaneria di Porto Luigi D’Aniello, e ai ministri degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, delle Infrastrutture Danilo Toninelli e degli Interni Matteo Salvini.
IL GRAZIE DEL CAPITANO
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