Pubblicato il 14/01/2019
AMBIENTE
ph. Il Sette e Mezzo

Muos, per il CGA il ricorso di ambientalisti e No Muos “inammissibile” e “infondato”.



La sentenza, del 14 novembre scorso è stata pubblicata oggi. Confermata dai giudici amministrativi,  l’irrilevanza della questione della rinnovazione del nulla-osta e della sopravvenuta “riperimetrazione” dell’area”, che ha posto il Muos in zona A, di assoluta inedificabilità. Per il CGA non è dimostrato  che i lavori siano iniziati dopo l'avvenuta riperimetrazione. Chiusa la via amministrativa, resta ancora aperta la via del processo penale.



di Giacomo Belvedere

Altra doccia fredda per i militanti No Muos. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana dà l’ok al Muos, il contestato impianto satellitare della Marina statunitense, sito in contrada Ulmo nella Sughereta di Niscemi. Il Cga, chiamato a pronunciarsi in sede giurisdizionale  il 14 novembre scorso, ha dichiarato “inammissibili” i ricorsi contro il Muos di Niscemi presentati da Legambiente, Wwf, Coordinamento dei comitati No Muos, e dai comuni di Gela e Modica, che avevano chiesto la revocazione, ai sensi dell’art.395 n.4 c.p.c., della sentenza del CGA n. 581 dell’8.7.2015, pubblicata il 3.9.2015. Per il Cga la domanda di revocazione è “inammissibile” e “infondata”.


I ricorrenti  avevano messo sotto accusa il Muos perché abusivo, in quanto costruito in zona A, entro un’area costituente “riserva” soggetta a massima tutela (e gravata da divieto assoluto di trasformazione del territorio). La questione è assai ingarbugliata. L’impianto ebbe il nulla-osta dall’Azienda regionale delle foreste il 10.4.2008. Ma per i No Muos e gli ambientalisti, che hanno chiesto la revoca, “risulta in atti che i lavori non siano stati iniziati prima del 2011 e dunque, a differenza di quanto erroneamente valutato dalla Cga, ben oltre il termine stabilito”: il nulla osta della Regione era, infatti, scaduto il 10.4.2009. Inoltre, il 30 dicembre del 2009 si ebbe la “riperimetrazione” dell’area, che venne a ricadere in zona A, con un nuovo e più rigido regime vincolistico.

Un coup de théâtre si ebbe il febbraio 2013, quando, l'allora Presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, revocò l’autorizzazione, con un capovolgimento a 180 gradi della precedente posizione. Ma  il 24 luglio 2013 si ebbe la la cosiddetta  “revoca delle revoche”, con cui  l’Amministrazione regionale riassumeva l’originaria posizione e dava il via libera alla installazione delle antenne e delle parabole del sistema Muos.


Per i giudici amministrativi l'accusa di abusivismo è “una affermazione generica”, in quanto non risulta che tali lavori non siano stati iniziati nel termine stabilito” e occorreva “indicare in modo puntuale da quali atti del giudizio sfociato nella sentenza revocanda si desumerebbe che i lavori ebbero inizio solo nel 2011”, e non, come invece affermato dalla controparte, entro un anno dal rilascio del provvedimento autorizzatorio del 10.4.2008, dunque prima dell’intervenuta “riperimetrazione” dell’area. “Né – per i giudici amministrativi - può ritenersi prova inconfutabile la richiesta di sequestro preventivo della Procura della Repubblica di Caltagirone in data 17.3.2015, in cui si indica fuggevolmente che i lavori sarebbero iniziati nel luglio 2011,  sia perché si tratta di ipotesi accusatoria priva, a quella data, della forza di giudicato, sia perché occorre intendersi sul significato di “inizio dei lavori”. “Sicché – concludono i giudici - allo stato resta inconfutata l’affermazione della revocanda sentenza in punto di fatto, secondo cui "non risulta che tali lavori non siano iniziati nel termine stabilito"”. Insomma, viene confermata l’irrilevanza della questione della rinnovazione del nulla-osta e della sopravvenuta “riperimetrazione” dell’area”.

E questo perchè - argomenta il CGA - non può ritenersi che gli Autori della sentenza in esame abbiano omesso - per pura dimenticanza o per mera distrazione - di affrontare la questione della tutela ambientale della Sughereta, o che non abbiano compreso o percepito che secondo la prospettazione di alcune parti processuali essa attualmente ricade entro un’area costituente “riserva” soggetta a massima tutela (e gravata da divieto assoluto di trasformazione del territorio), ma che abbiano scientemente ritenuto che la tutela ambientale possa costituire un interesse recessivo rispetto ad altri interessi pubblici (quali, ad esempio, quello alla salute e/o quello alla difesa militare). Interessi pubblici che dunque, secondo i giudici amministrativi, hanno aggio sulla tutela ambientale. Anche se poi, per involontaria ironia, nel testo della sentenza si mettono a mo di esempio linteresse alla salute e/o quello alla difesa militare, quasi fossero complementari, mentre si dà a intendere che salute e tutela ambientale siano interessi contrapposti.  


Pare che sul fronte della giustizia amministrativa sia stata messa una pietra tombale sulla vicenda Muos. Resta ancora aperta la via del processo penale. Ma lo scorso 5 aprile, un duro colpo alle speranze del Movimento No Muos è venuto dal Tribunale di Caltagirone, dove era in corso il processo per abusivismo dell’impianto. A processo erano quattro dei sette imputati, accusati di aver edificato l’impianto del Muos “senza la prescritta autorizzazione, assunta legittimamente o in difformità da essa”. Al termine del giudizio abbreviato, in camera di consiglio, la doccia fredda, quando il giudice monocratico Cristina Lo Bue  ha letto il dispositivo: assoluzione per tutti i quattro imputati “perché il fatto non sussiste” e “rigetto della richiesta di confisca della struttura”.


La Procura calatina aveva chiesto un anno di arresto e 20 mila euro di ammenda ciascuno, oltre alla confisca della struttura, per Giovanni Arnone, che dirigeva l’Assessorato regionale territorio e ambiente della regione Sicilia e siglò il procedimento di autorizzazione del Muos; Mauro Gemmo, presidente della Gemmo SPA, ditta vicentina, general contractor con il governo americano, che ricevette  l’assegnazione dei lavori dal cittadino americano Gelsinger, (la Gemmo fu nel 2008 finanziatrice con 15 mila euro del Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo); la titolare della Calcestruzzi Piazza Srl Concetta Valenti e il responsabile della PB Costruzioni Carmelo Puglisi.


Per la vicenda Muos sono in attesa di giudizio altri tre imputati, rinviati a processo, con rito ordinario, con la medesima accusa di abusivismo edilizio e violazione della legge ambientale: la responsabile di LAGECO, Adriana Parisi, ditta che si è aggiudicata l’appalto del 2007 per la costruzione del Muos e che insieme alla GEMMO S.P.A. formò una A.T.I., denominata “Team Muos Niscemi”; il direttore dei lavori Giuseppe Leonardi e la rappresentante legale Maria Rita Condorelli della C.R. Impianti Srl. Stralciata, invece, la posizione di un ottavo imputato, Mark Andrew Gelsinger, in quanto competente a decidere è l’autorità americana.


Sulla questione si è accesa, a novembre 2018, una polemica rovente tra i Cinquestelle e i No Muos. I deputati Trizzino e Rizzo, avevano vantato come una conquista il fatto che all’udienza davanti al Consiglio di Giustizia Amministrativa del 14 novembre, l’avvocatura dello Stato non sarebbe presente. “Fatto storico” – avevano dichiarato. Ma gli avvocati No Muos, Dario Pruiti Ciarello e Luigi Cinquerrui, avevano stroncato la novità annunciata con grande enfasi dai Parlamentari del M5S, come “una non notizia”, “fumo negli occhi”, in quanto “l’assenza dell’avvocatura all’udienza non equivale a una rinuncia alle difese, anzi, comporterà proprio la valutazione da parte del Cga delle memorie depositate dal ministero lo scorso 12 ottobre con le quali si chiedeva il rigetto dei ricorsi presentati da Legambiente, WWF, dal movimento No Muos e dai comuni di Niscemi, Gela e Modica e la conferma della sentenza impugnata. In sostanza nessun cambiamento di posizione da parte della Ministra Trenta le cui richieste processuali restano cristallizzate nelle memorie difensive già depositate; altro che Governo che si schiera dalla parte dei cittadini, il Governo resta schierato dalla parte delle forze armate USA e del Muos!”.

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