Pubblicato il 04/05/2017
ATTUALITÀ

Zuccaro: “Io come i magistrati che denunciarono collusioni tra mafia e imprenditori” – VIDEO



Zuccaro conferma i suoi sospetti su alcune ONG. E riguardo alla prossima convocazione da parte del CSM, il procuratore etneo si dice tranquillo: “Non mi sento assolutamente condizionato da questo tipo di attività.

di Giacomo Belvedere

Non arretra di un passo il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro e, davanti alla Commissione Difesa del Senato, ribadisce punto per punto tutti i suoi sospetti e accuse su cui in questi giorni si è alzato un polverone di polemiche: navi dei soccorritori che oltrepassano le acque territoriali libiche; contatti tra navi dei soccorritori e uomini, non meglio precisati, in terra libica: stacco dei transponder. dati su cui il suo collega alla Procura aretusea, Paolo Giordano, ha detto di non avere nessuna evidenza. Le informazioni di cui è in possesso non sono utilizzabili processualmente (“non ci farei mai un processo”, commenta Zuccaro inequivocabilmente) e per questo il procuratore etneo chiede di avere più strumenti a disposizione per rendere efficaci le sue indagini, contrastare il traffico di migranti e, soprattutto, effettuare un controllo più stringente sulle ONG.

La  Procura di Catania non ha aperto sinora nessun fascicolo, ha avviato solo l’acquisizione di informazioni da parte di un gruppo specializzato a livello di studio. Le ONG operanti nelle operazioni di soccorso ai migranti sono Proactiva open arms (organizzazione spagnola), Medici senza frontiere, Save the children, Moas, e le cinque ONG che fanno capo alla Germania: SOS Méditerranée, Sea Watch Foundation, Sea-Eye, Lifeboat, Jugend Rettet.

Continua dunque il pressing del procuratore etneo sulla politica per avere libere nelle indagini. La Procura di Catania, che in passato aveva lavorato bene, è ora, per il suo procuratore, inimpasse. “Vi debbo dire – è il suo  appello – che non si è più in grado da parte di questo ufficio di effettuare indagini di ampio respiro, volte a contrastare il fenomeno del traffico organizzato dei migranti clandestini. Eppure io ritengo che queste indagini siano doverose e abbiano implicazioni più generali, anche a vera tutela dei migranti”. Il procuratore sa bene che troverà una sponda politica disposta ad ascoltarlo: tutti quelli che – come lui- pensano che “non possiamo accoglierli tutti”. Intercettazioni giudiziariamente valide delle comunicazioni satellitari; possibilità di svolgere azione di Polizia Giudiziaria a bordo delle navi delle ONG, senza chiedere ogni volta la rogatoria internazionale; controlli sui transponder: sono alcune delle sue richieste. Zuccaro aggiunge che “Spesso il natante è accompagnato nelle vicinanze da navi sospette”, e qui chiede la secretazione.

Il procuratore si dice dispiaciuto del “cortocircuito dell’informazione” avvenuto attorno alle sue dichiarazioni, nato da un equivoco di fondo: le sue esternazioni di questi giorni – chiarisce – appartengono a un “pre-livello rispetto a quello dell’indagine penale”,  volto a segnalare un problema e a sollecitare interventi legislativi. Poi c’è il livello delle indagini vere e proprie, “su cui non ho mai fornito alcun tipo di indicazione, né mai lo farò. Svolgo da 36 anni questa attività e non credo di essere mai stato propenso a comparire davanti alle telecamere”. Ma non si può confondere, secondo Zuccaro, il riserbo istituzionale con “la fase della denuncia di un fenomeno che ha implicazioni giudiziarie per chiedere il sostegno: non farlo lo riterrei una forma di connivenza”.

Il procuratore tiene a precisare che non sono le ONG nel mirino della Procura, ma i trafficanti. Ma poi chiarisce che, nelle ONG, specie quelle di più recente costituzione, “non tutti sono filantropi”“Non faccio nomi perché non ho le prove” – dichiara – ma poi alcuni nomi li fa. Ribadisce che “Medici senza Frontiere” e “Save The Children” sono al di sopra di ogni sospetto. Restano, dunque, tutte le altre: Zuccaro punta il dito su chi rifiuta di comparire dinnazi alla Commissione parlamentare, “per rendere conto dell’operato, del modo in cui viene finanziata:  io ho il dovere di segnalare che questo deve meritare l’attenzione dell’attività investigativa?”. Allusione nemmeno troppo velata a tre ONG tedesche, Jugend Rettet, Sea Watch e Sea Eye, che hanno declinato l’invito. E sul banco degli imputati c’è anche il Moas, che in Commissione Schengen è stato audito stamattina: per Zuccaro disporrebbe di risorse finanziarie e mezzi ingenti. “Da dove vengono questi soldi?”, si chiede.

Riguardo alla prossima convocazione da parte del CSM, si dice tranquillo: “Non mi sento assolutamente condizionato da questo tipo di attività. Auspico che il CSM, che è il nostro organo di tutela dell’autonomia e dell’indipendenza, ci possa mettere in condizione di operare nel modo migliore ”. 

Quindi un paragone che farà senz’alro discutere: “Mi ricordo che in Sicilia, quando qualche magistrato iniziò a dire che vi erano imprese colluse, infiltrate da organizzazioni mafiose, si sollevò un grande scandalo, dicendo che si voleva deprimere l’economia siciliana, perché così si impediva alle industre e alle imprese di poter lavorare. Secondo voi quei magistrati che  hanno chiesto strumenti – e alcuni di questi sono morti per questo – si ponevano il problema che forse alcune imprese avrebbero potuto esser trascinate nel sospetto? Oppure avevano il dovere di fare questa denuncia?”. Domanda retorica la cui risposta è scontata. Meno scontato è paragonare le ONG agli imprenditori collusi con la mafia: altra benzina su un fuoco che non accenna affatto a spegnersi.

VIDEO AUDIZIONE ZUCCARO

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