Pubblicato il 22/12/2018
RELIGIONE
ph. Andrea Annaloro

Duro monito dei vescovi siciliani: “Il Decreto Sicurezza è contro lo spirito del Natale”



La nota della Cesi è una condanna senza appello del Decreto Sicurezza del governo italiano, che, secondo i vescovi siciliani - “contiene , norme gravemente restrittive dei diritti dei migranti” e “mette in grave insicurezza, sulla strada, tanti figli di Dio, nostri fratelli per la fede cristiana, a iniziare dai più deboli, dalle donne e dai bambini, senza alcuna pietà”. “Il presepe 2019 è l'accoglienza”, concludono i vescovi.


“Natale sarà vero solo nell’accoglienza”. I vescovi siciliani alzano la voce contro il Decreto Sicurezza varato dal governo e fortemente voluto dal vicepremier Matteo Salvini. Recentemente il ministro dell'Interno aveva polemizzato contro ilvescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri, che si era offerto di accogliere in una struttura della diocesi 40 migranti, quando fossero fuoriusciti dal Cara di Mineo per effetto del Decreto Sicurezza. “In Italia – aveva dichiarato il vescovo calatino al quotidiano «Avvenire» - specialmente prima delle vacanze estive, passa una bella pubblicità: non è civiltà abbandonare i cani per strada e chi lo fa è punito dalla legge. Invece, abbandonare per strada i migranti o, se sembra troppo forte, ‘accompagnarli’ e lasciarli per strada , è ‘sicurezza’, è legge”. “Devo pensare ai cinque milioni di italiani in povertà assoluta”, aveva replicato Salvini: “Dico al vescovo di Caltagirone, che fa paragoni improbabili tra cani e persone, che ci sono CINQUE MILIONI di italiani che vivono in condizioni di povertà assoluta. Essendo il mio stipendio pagato dagli italiani, la mia attenzione va prima a loro”. Polemica che poi è stata rilanciata su twitter, suscitando gli entusiastici consensi dei suoi, ma attirandosi anche feroci critiche. E c'è da giurare che anche sulle affermazioni della Cesi, l'inquilino del Viminale non tarderà a scaglaire i suoi strali.


SENZA PIETÀ” - “La luce del Natale, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini – scrive la Cesi, in una nota pubblicata ieri -, ci invita a far eco al Magistero di Papa Francesco che insistentemente chiede, in nome del Vangelo, di accogliere, proteggere, integrare quanti bussano alle nostre porte”. Quindi l'affondo contro il Decreto Sicurezza. Una condanna senza appello. Le parole sono dure, prive dei toni diplomatici che siamo abituati a leggere nei documenti della Chiesa.

“A Natale – scrivono i vescovi - il cuore si riempie di commozione per il farsi piccolo di Dio, per la sua condivisione «dall’interno» della nostra condizione umana (cf. Eb 2,14), che diventa un messaggio universale comprensibile da tutti gli uomini: tutti amati dal Signore (cf. Lc 2,14), tutti capaci di comprendere che la verità della nostra esistenza ci viene consegnata nel rapporto con l’altro”. È questo lo spirito del Natale. Ma “contrasta con questa verità semplice ed essenziale – in cui si incontrano la rivelazione di Dio e i sentimenti più autentici degli uomini-, il recente "decreto sicurezza" del governo italiano, che contiene norme gravemente restrittive dei diritti dei migranti. Per paradosso, mentre si celebrano i settanta anni della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, questo decreto mette in grave insicurezza, sulla strada, tanti figli di Dio, nostri fratelli per la fede cristiana, a iniziare dai più deboli, dalle donne e dai bambini, senza alcuna pietà”.


UN ANIMALE VALE PIÙ DI UN UOMO - “Il cuore si stringe e geme – continua la nota della Cesi -, ma anche la mente non capisce: un animale in questo momento arriva a valere di più, in protezione, di un fratello nel quale il credente sa che c’è la visita stessa di Dio! E problemi complessi vengono semplificati, creando contrapposizioni e climi emotivi che non costruiscono coesione e impediscono quella ragionevolezza che fa capire come sia impossibile fermare le migrazioni, ma anche come sia possibile e intelligente l’integrazione, perfino per l’economia e per il futuro del Paese”.


L'ACCOGLIENZA È IL PRESEPE - “L’accoglienza dei poveri, delle persone sole e dei migranti sarà il nostro presepe vivente 2018! Sarà un atto di fede in Dio e un presepe di carità. Sarà la speranza che il mondo può vincere paure e rancori. Facciamo appello alle famiglie e alle parrocchie perché, raccordandosi con la Caritas e l’ufficio Migrantes, si attivino percorsi di accoglienza generosi e intelligenti. Chiediamo ai presbiteri di illuminare la coscienza dei fedeli sull’integrità della vita cristiana, che si perde se al rito non segue la vita e se ci si conforma alla mentalità di questo mondo e si cade nei lacci del diavolo "divisore e menzognero", il quale odia la bellezza del cuore che ama”.


NON SIATE FORTI CON I DEBOLI - I vescovi siciliani indicano nel patto globale sulle migrazioni approvato a Marrakech, e non firmato dal Governo italiano, “un quadro di riferimento per la comunità internazionale, perché la migrazione sia sicura, ordinata e regolare”.

“Facciamo appello anche ai parlamentari e al governo – concludono i vescovi -, perché si facciano verifiche serie e si abbia l’umiltà di ascoltare la voce di chi condivide le sorti dei più poveri. Non dimentichiamo, piuttosto, che i problemi più urgenti da affrontare sono un sano sviluppo economico che rigeneri lavoro e un forte contrasto alla mentalità e criminalità mafiosa e alla corruzione. Ritroviamoci più decisi in questa lotta di civiltà e di futuro per i nostri i giovani. Contro i forti prepotenti ci sia un forte e corale impegno! E con i deboli, invece, ci sia la capacità di chinarsi per diventare insieme «popolo appartenente a Dio, zelante nel bene» (Cf. Tt 2,14)!”

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