Pubblicato il 06/12/2018
CULTURA

“Muffulette caure caure!”: quando la “muffuletta” sbarcò in America



La tradizione delle muffulette affonda le sue radici nella pietà popolare popolare, quando, alla vigilia dell’Immacolata, si digiunava per prepararsi alla festa di precetto. Ma perché dari 'na muffuletta significa dare una sberla? E chi sa che la “muffuletta” sbarcò a New Orleans e diventò “Muffuletta Sandwich”, piatto simbolo della città?

di Giacomo Belvedere

“Muffulette caure caure!”: la vigilia dell’Immacolata, si ripete a Caltagirone il grido dei “carusi” che, con ceste o sacchi pieni delle tradizionali pagnotte aromatizzate con semi di finocchietto selvatico, girano per gli antichi “carruggi” o le ampie vie del centro nuovo, offrendo le muffulette appena sfornate ai passanti, che le consumano per lo più sul posto, calde e fragranti. La tradizione delle muffulette affonda le sue radici nella pietà popolare e nella cucina povera contadina dei secoli passati, quando, alla vigilia dell’Immacolata si digiunava per prepararsi alla festa di precetto. Prima del digiuno si usava consumare un pasto frugale con le muffulette: cibo umile e povero in omaggio a Maria, da Dante detta «umile e alta più che creatura».

Sabato 8 dicembre, alle 17,30, vale a dire all’inizio della processione in onore della Madonna, sul campanile della Cattedrale, in piazza Umberto a Caltagirone, avrà luogo, come da apprezzata consuetudine, la spettacolare offerta di una corona di fiori alla Vergine da parte del Corpo dei vigili del fuoco.


L'IMMACOLATA IN SICILIA - Nonostante il dogma dell’Immacolata Concezione sia stato proclamato ufficialmente dalla Chiesa l’8 dicembre 1854, la devozione alla Vergine Immacolata è molto più antica. Nel 1477, Sisto IV approvò a una Messa della Concezione; nel 1661 Alessandro VII la inserì, con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum dell’8 dicembre nel calendario liturgico; nel 1695, con Innocenzo XII si ebbe una Messa con ufficio e ottava per la Chiesa intera, e infine, nel 1708, con Clemente IX la festa divenne di precetto. Ma nella Chiesa orientale si conosce una festa nel VII secolo una festa della Concezione di Maria. In Occidente, la devozione fu importata in Sicilia dai monaci bizantini ed ebbe da subito un’enorme diffusione. Da alcune fonti sembra che addirittura già nel 1323 la “Concezione di Maria” fosse festa di precetto a Palermo. A Napoli, si conosce una festa della Concezione nel IX secolo e anche in Inghilterra la festa veniva celebrata intorno al 1060. Dopo la conquista dell’isola da parte dei Normanni, la festa riacquistò vigore e si diffuse in Europa come festa dell’Immacolata Concezione.


UNA STORIA MILLENARIA – Come spiega Silvia Volpato nel suo Storia di un panino immigrato,  «la sua storia è così antica che viene datata a prima del Romano Impero, quando i maestri del pane siciliani forgiavano i propri impasti mescolando le loro ricette a quelle di origine ellenica e mediorientale». «Si trovano tracce – continua l’articolo – di una focaccia tonda e molle, di consistenza spugnosa e spesso ricoperta di semi di sesamo ad esaltare il sapore dei cereali, nei testi del XVII secolo dei monaci dell’Agrigentino». Altri invece rinviano a un’origine di derivazione normanna, notando la somiglianza con l’antico termine sassone muffin, che tuttora designa le  tipiche e soffici focaccine americane o inglesi, che possono essere dolci (simili a una torta) o salate (simili a un soffice pane). Sarebbe invalso l’uso tra i soldati di Federico II di aromatizzare il pane con semi di “cumino dei prati”.


É più probabile che l’etimologia derivi dal provenzale moflet (morbido, soffice: cfr. anche l’antico francese mouflet, moflet, moufflet, soffice, da cui oggi si ha mouflet, bambino dalle guance grassocce) o da una variante sassone muftlen o moffen (piccole torte, cfr. muffin). Altra etimologia, potrebbe derivare dal francese moufle (cfr. italiano: muffole, pl.), i caratteristici guanti di lana a sacco col solo pollice indipendente, a cui la muffuletta assomiglia,  a sua volta dal latino medievale muffula, guanto, attestato nel 817 in un Capitolare d’Aix-la-Chapelle. Questo etimo  – unitamente all’idea delle guance paffute – potrebbe aver dato origine all’espressione idiomatica siciliana (ancora viva a Caltagirone): dari 'na muffuletta, dare una sberla (cfr. anche il termine muffuluni, attestato in tutta la Sicilia col significato di schiaffo).


Qualunque sia la sua origine, la muffuletta ha una tradizione secolare,  che ancora resiste nell’isola, pur con alcune varianti: a Caltagirone, Mazzarino e Canicattì si consuma nel giorno dell’Immacolata; a Palermo, la tradizionale muffuletta si mangia il mattino del 2 novembre,  giorno dei morti, farcita con ricotta, acciughe e olio d’oliva nuovo; altrove, come nel Belice, a Erice, Riesi, è legata al culto di S. Martino.

QUANDO LA MUFFULETTA SBARCÒ IN AMERICA - Quello che invece non molti sanno è che la tradizione delle muffulette fu importata in America dagli immigrati siciliani che tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento lasciarono l’isola e dal porto di Palermo sbarcarono nel porto di New Orleans per cercare una vita migliore. Come si può leggere in un articolo a firma Dana Logsdon nel New Orleans Historical, sito web promosso dal Dipartimento di Storia dell’Università di New Orleans e dal Dipartimemto di Comunicazioni della Tulane University di New Orleans, il suo nome è stato americanizzato in Muffuletta (ma anche moffoletta, muffoletta, maffoletta…) Sandwich ed è oggi uno dei piatti più iconici e rappresentativi di New Orleans.


La maggior parte degli immigrati insediarono le loro attività commerciali vicino all’area densamente popolata e fiorente del quartiere francese, in una zona che venne chiamata “Little Palermo”, dove si aprirono molti piccoli negozi e aziende. Tra questi, diversi panificatori siciliani, che vendevano la tradizionale pagnotta siciliana chiamato “muffuletto”.


Si racconta che le pagnotte venissero vendute al grido: «muffuletto, caldo, caldo». Il primo a sfornare la sua muffuletta sandwich fu Salvatore Lupo, di origini siciliane, che aprì il suo “Central Grocery Store” al 923 di Decatur Street, dove, secondo la testimonianza della figlia Maria Lupo Tusa, gli agricoltori si fermavano a pranzo per consumare, in piedi o con gli ingredienti sulle ginocchia, una pagnotta di pane muffuletta, con salumi affettati, olive e formaggio.

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