Il Consiglio comunale, dopo la seduta andata a vuoto venerdì sera per mancanza del numero legale, ha dato il via libera sabato sera, con con 8 voti favorevoli e 3 contrari, fra le polemiche del consiglieri di opposizione, alcuni dei quali hanno abbandonato l'aula, alla rimodulazione al Programma integrato per il recupero e la riqualificazione della città.
Il Consiglio comunale ha approvato con 8 voti favorevoli e 3 contrari una rimodulazione al Programma integrato per il recupero e la riqualificazione della città che contempla, rispetto alle previsioni originarie, in alternativa all’immobile di via Luigi Sturzo (Palazzo Spadaro) e a quello destinato a sede del Commissariato di Polizia (necessità, quest’ultima, a cui si è, nel frattempo, fatto fronte con i locali dell’ex Casa delle Fanciulle), l’inserimento di interventi per la realizzazione, in alcuni immobili posti nella parte conclusiva della via Madonna della Via, di alloggi a canone sostenibile e della nuova caserma dei carabinieri. In questo modo il Programma comprende, nella sua interezza, investimenti per quasi 15 milioni di euro per la costruzione, da parte di privati, nell’immobile di via Roma denominato “Ingrassia Lanzirotti” e nei nuovi edifici così individuati, di 33 alloggi a canone sostenibile e della caserma stessa.
I consiglieri di opposizione, alcuni dei quali hanno poi abbandonato l’aula per protesta – intervenuti Elisa Privitera, Vincenzo Di Stefano, Mario Polizzi, Cristina Navarra e Lara Lodato - hanno aspramente contestato la delibera, arrivata in Consiglio, “senza la firma dell'assessore proponente” e stigmatizzando “lo stravolgimento dell’impianto originario del Social housing, la forte penalizzazione del centro storico dato che non si interverrà più su Palazzo Spadaro e la grave assenza, sia nel procedimento, sia in aula, della Giunta, che lascia ai propri consiglieri la responsabilità di un atto amministrativo assai criticabile nel merito, per i mutamenti genetici apportati, e nel metodo”.
Dalla maggioranza Vincenzo Gozza ha sottolineato “la piena
legittimità e utilità della delibera, che consente l’utilizzo di consistenti
risorse per la città”, mentre per il presidente Massimo Alparone “la nuova
fisionomia del provvedimento appare inevitabile vista, come riferito dagli
uffici, l’impossibilità di intervenire su Palazzo Spadaro per i maggiori costi
sopravvenuti”. In una nota letta durante la seduta, l’Amministrazione ha precisato
che “la decisione rientra nei poteri gestionali della dirigenza e nella sfera
decisionale del Consiglio”.
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