Pubblicato il 21/11/2018
ATTUALITÀ

Sequestro Aquarius, MSF: “Siamo sorpresi e indignati” - VIDEO



La sconcertante vicenda, che vede coinvolta l'organizzazione umanitaria "Medici senza Frontiere", accusata di "traffico illecito di rifiuti pericolosi" e sottoposta a sequestro preventivo di 460 mila euro e della nave Aquarius, ha il sapore di una caccia agli untori. Trovato il capro espiatorio e gli untori di turno, placata la folla, i potenti, come nell'episodio raccontato da Manzoni, possono continuare a dormire sonni tranquilli. 

di Giacomo Belvedere

Dicono che leggere i classici non serva a niente. È una enorme sciocchezza che denota solo l’inconsistenza di chi la pronuncia. I classici sono tali perché parlano a tutte le epoche. Leggendo La storia della colonna infame, saggio pubblicato nel lontano 1840 da Alessandro Manzoni, ne abbiamo un’ulteriore riprova. Il saggio racconta di un processo farsa del 1630 contro due poveri disgraziati, rei di essere ritenuti colpevoli, sulla base di  dicerie non provate, di “ungere” con sostanze malefiche le case dei milanesi, infettandole con la peste. I due presunti untori furono giustiziati senza pietà, salvo essere riabilitati dopo più di un secolo. I giudici responsabili della condanna avevano bisogno di un capro espiatorio per placare la collera del popolo. Le due vittime innocenti avevano la sola colpa di essere diversi, strani, non  inquadrati nella “norma” della maggioranza. E così il popolo fu placato e i potenti conservarono le loro posizioni di comodo.   


Sembra di leggere la cronaca di questi giorni. L’organizzazione umanitaria, "Medici senza Frontiere", è stata messa ieri sotto accusa dal procuratore di Catania Zuccaro per “traffico illecito di rifiuti pericolosi”. La Procura etnea ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza di circa 460 mila euro corrispondente al profitto accertato rispetto ai delitti contestati (“attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti”) e della nave Aquarius, attualmente ormeggiata a Marsiglia in Francia.


Fermo restando che occorre attendere l’esito delle indagini, che devono fare il loro corso, non ci si può esimere dal fare due considerazioni. In primo luogo, appaiono certamente spropositate le misure adottate, degne di miglior causa. In secondo luogo, è legittimo il dubbio che anche questo nuovo “Teorema Zuccaro”, come in passato, possa sciogliersi come neve al sole alla prova dei fatti. Lo zelo anti ONG del procuratore etneo non è nuovo e già in passato Zuccaro si è segnalato per le sue azioni eclatanti. Azioni che, almeno sinora, non hanno prodotto null’altro che un polverone inconsistente di voci, accuse, sospetti. Polverone, inconsistente dal punto di vista della verità processuale, ma non così dal punto di vista politico, tanto è vero che le iniziative di Zuccaro hanno trovato subito una sponda compiaciuta presso l’inquilino del Viminale.   


Il danno all’immagine e alla reputazione delle ONG è stato enorme. “Siamo  sorpresi e indignati” - ha commentato amareggiato Gabriele Eminente, direttore generale di MSF - Italia. MSF calcola che la campagna di delegittimazione e criminalizzazione della solidarietà ha già prodotto un impatto negativo sulla capacità dell’organizzazione di raccogliere fondi e sostegno: i fondi si sono  ridotti del 20%. Che non significa solo una riduzione dell’attività in mare di MSF – che in percentuale assorbe una piccola parte dell’azione umanitaria dell’Ong – ma un serio colpo alle attività che MSF svolge in circa 70 paesi, per lo più in loco. Come a dire: si impedisce di “aiutarli a casa loro”. Bel risultato per chi quello di quello slogan ipocrita si fa vanto.


Lascia sconcertati un passaggio dell’ordinanza: Gli indagati – si legge - qualificavano, conferivano e smaltivano fraudolentemente, in modo indifferenziato, i rifiuti derivati dall’attività di salvataggio in mare (gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari, gli scarti degli alimenti somministrati agli stessi, nonché, i rifiuti sanitari infettivi utilizzati a bordo per l’assistenza medica) eludendo i rigidi trattamenti imposti dalla loro natura infettiva (in ragione della quale gli stessi andavano classificati come pericolosi, sanitari e non, ad alto rischio. infettivo). Dalle indagini emergeva la consapevolezza da parte degli indagati della pericolosità degli indumenti indossati dai migranti, in quanto fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio, come emergeva tra l’altro anche dai S.A.R. Report Rescues in relazione alle condizioni sanitarie dei migranti assistiti a bordo dell’ACQUARIUS (ove si segnalano frequenti casi di scabbia, HIV, infezioni del tratto respiratorio quali tubercolosi, meningite)”.


Di tutto questo materiale “infetto” nel video della Procura etnea si vede solo una siringa e alcune garze. Ma tant’è. E sebbene non risulti affatto da tutta la letteratura scientifica che gli indumenti e gli alimenti dei migranti provochino le malattie di cui sopra, sconcerta l’idea che si veicola surrettiziamente. I migranti sono “infetti” e MSF, come gli untori del 1630, propaga colpevolmente il contagio. Questa idea avvelenata entra nella testa della gente. Inoltre, un’altra parola chiave aleggia, come un marchio d’infamia: “traffico”. Ieri era il traffico di esseri umani, oggi di rifiuti speciali pericolosi. La parola suggerisce ed evoca  la criminalità organizzata, a cui ipso facto la Ong Medici senza Frontiere viene equiparata nell’immaginario collettivo. Trovato il capro espiatorio e gli untori di turno, i potenti, possono pertanto dormire sonni tranquilli.

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