Pubblicato il 15/12/2014
INCHIESTA

Odevaine e gli appalti al Cara di Mineo. Prima parte: correva l’anno 2011



DOSSIER – [qui la seconda parte, la terza e la quarta] – Il ruolo di Luca Odevaine al Cara di Mineo, il più grande centro di accoglienza per richiedenti asilo d’Europa, appare quello di un esperto multitasking: ricopre, alternativamente o a volte contemporaneamente, le funzioni di consulente, supervisore, responsabile dei rapporti istituzionali, dipendente part time per la gestione dei fondi europei. Ma soprattutto è stato senza soluzione di continuità membro di tutte le commissioni che hanno assegnato dal 2011 ad oggi gli appalti per le gestione dei servizi nella mega struttura menenina. Una posizione assolutamente strategica, dunque, rafforzata dall’essere negli stessi anni seduto, come rappresentante dell’Unione Province Italiane, al tavolo di coordinamento nazionale per l’immigrazione. Con un piede saldamente a Roma e uno a Mineo, secondo l’accusa che ha portato al suo arresto per corruzione aggravata, Odevaine riusciva a orientare verso le coop di Carminati e Buzzi i flussi dei migranti transitanti da Mineo, ricevendone in cambio lauti compensi. Chi lo ha voluto al tavolo romano e al centro menenino è stato l’uomo forte di Angelino Alfano in Sicilia orientale: l’attuale sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, che lo ha nominato in forza del suo duplice ruolo di presidente dell’Upi (dall’11 dicembre 2009 al 31 ottobre 2012, quando rassegna le dimissioni da Presidente della Provincia di Catania per potersi candidare alle elezioni politiche del 2013) e soggetto attuatore, dal 28 giugno 2011, del Cara di Mineo. «Tutti gli atti sulle prime gare del Cara sono pubblici e vagliati sia dalla Corte dei conti che dalle di prefetture – si è difeso Castiglione su «Repubblica» – quanto accaduto sull’ultima gara non lo so, perché io non ero più soggetto attuatore. Io non ho nulla a che fare con la vicenda di “Mafia capitale” e mi fa rabbia esserne coinvolto sui giornali». Castiglione in effetti lascia formalmente le redini del Consorzio che amministra il Cara di Mineo il 19 luglio 2013 per far posto al sindaco di Mineo Anna Aloisi, membro dell’Assemblea nazionale del NCD, lo stesso partito di Alfano e Castiglione. La Aloisi gli subentra nella carica il 25 luglio dello stesso anno. E tuttavia il sottosegretario all’Agricoltura è l’onnipresente invitato di riguardo in tutti gli eventi promossi dal Consorzio dei comuni “Calatino Terra d’Accoglienza”. E la sua presenza non è affatto ornamentale, se a lui si deve lo stanziamento di tre milioni di euro per il Consorzio dei Comuni del Calatino, previsti nella legge di stabilità dello scorso anno e destinati alle azioni di formazione e di integrazione.



ph. Giusi Scollo

CORREVA L’ANNO 2011 – È assai utile ripercorrere la storia del centro di accoglienza di contrada Cucinella. Le vicende attorno alla gestione dei servizi interni al Cara e alle modalità di indizione e rinnovo dei bandi avvenuti nel tempo sono infatti degne di nota. Ma facciamo un passo indietro. Il Cara di Mineo nasce all’interno dell’Emergenza Nord Africa (Ena) proclamata con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 febbraio 2011. Lo “stato di emergenza sul territorio nazionale”  viene dichiarato dall’allora governo Berlusconi in risposta alle migrazioni verso l’Europa dai paesi del Nord Africa in rivolta per la cosiddetta “Primavera araba”. Si pensa immediatamente a strutture dove ospitare i profughi. E qui nasce la grande idea. Il 14 febbraio 2011, l’allora ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, effettuano un sopralluogo al “Residence degli Aranci”, di proprietà della ditta Pizzarotti di Parma, ubicato in contrada Cucinella in territorio di Mineo, e composto da 403 villette, destinate una volta ai militari statunitensi di stanza a Sigonella. Ed è amore a prima vista:  il residence è scelto immediatamente come il luogo più idoneo ad ospitare quello che sarebbe diventato il “Villaggio della Solidarietà” – Cara di Mineo. Nelle loro intenzioni il centro sarebbe dovuto essere un modello di accoglienza, integrazione e ospitalità in Europa.


L’dea viene messa in pratica senza indugio. L’emergenza è la parola magica che apre tutte le porte e bypassa le strettoie burocratiche, ma anche le normali procedure di garanzia e di controllo del fiume di soldi che sta per piovere sulla città di Capuana. Con l’ordinanza del Presidente Berlusconi del 18 febbraio 2013, il prefetto di Palermo Giuseppe Caruso, è nominato Commissario delegato per l’emergenza umanitaria. In virtù dei poteri straordinari assegnatigli, il Caruso, con decreto n. 16355 del 2 marzo 2011, integrato dal decreto n. 17132 del 4 marzo 2011, disponeva la requisizione in uso del complesso immobiliare denominato «Residence degli Aranci». La gestione umanitaria e assistenziale del centro è assegnata dal Prefetto, senza l’indizione di un bando ad evidenza pubblica e la presentazione di un piano dei servizi da gestire, per il periodo dal 18 febbraio 2011 sino al 30 giugno 2011, alla Croce Rossa Italiana, che avrebbe potuto impiegare fondi destinati alla gestione delle situazioni di emergenza. Il centro viene inaugurato il 18 marzo 2011. Con successivo decreto del 30 marzo, a firma del ministro dell’Interno Maroni, la struttura viene destinata a «centro di accoglienza per richiedenti asilo» (Cara).


Ph. web

Successivamente, a seguito dell’ordinanza del Presidente Berlusconi del 13 aprile 2011, la gestione dell’emergenza passa alla Protezione Civile e Franco Gabrielli, Capo del Dipartimento della protezione civile, è nominato Commissario delegato per l’emergenza umanitaria nel territorio nazionale. Contestualmente è istituito un Comitato di coordinamento nazionale per l’immigrazione composto dal Direttore della Direzione Centrale per l’Immigrazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza; dal Capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione; da un rappresentante della Regione coordinatrice della Commissione Speciale Protezione Civile della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome; da un rappresentante dell’Anci; da un rappresentante dell’Upi. In questa fase fa la sua apparizione Luca Odevaine, designato alla carica dal presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione. L’ordinanza stabilisce che, entro sette giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Prefetto di Palermo debba passare le consegne al nuovo Commissario, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile. Tuttavia fino al 30 giugno 2011, al Prefetto di Palermo competeranno il completamento degli interventi avviati e la risoluzione delle obbligazioni assunte fino al momento del passaggio di consegne. L’affidamento alla Croce Rossa della gestione del Cara di Mineo, scaduta il 30 giugno, verrà successivamente prorogata sino 30 settembre per dar tempo al nuovo soggetto attuatore (nominato il 28 giugno) di indire una regolare procedura ad evidenza pubblica e non con procedura d’urgenza.


La presenza del mega centro di Mineo non manca di suscitare polemiche tra le associazioni di volontariato. Arci, ASGI, Centro Astalli e Caritas chiedono di garantire un reale servizio di informazione legale, di interpretariato e di mediazione culturale e di convocare il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione per regolamentare le modalità di ingresso degli enti e monitorare la situazione dei minori.

Si manifestano malumori anche tra i sindaci della zona. Solo 10 sindaci del comprensorio su 15 si dichiarano favorevoli, mentre i comuni di Castel di Iudica, Caltagirone, Grammichele, Ramacca e Mineo inviano una lettera al ministro Maroni, in cui scrivono: «Non ci piace che almeno duemila persone vengano deportate in un luogo senza i necessari presidi e senza vere opportunità di inclusione, in una condizione di segregazione che potrebbe preludere da un lato a rivolte sociali, dall’altro indurre alcuni di loro, a fronte di una stragrande maggioranza pacifica e ispirata alle migliori intenzioni, a mettere a dura prova le condizioni di sicurezza del territorio». Ma è un’avversione che durerà poco. Per rassicurare i primi cittadini, tra la Prefettura di Catania, la Provincia di Catania ed i 15 Comuni del calatino, il 28 marzo 2011, si sottoscrive il “Patto per la Sicurezza”, al fine di favorire la sicurezza delle comunità locali ed il percorso di integrazione degli stranieri già regolarmente presenti sul territorio nonché dei richiedenti asilo provvisoriamente ospitati nel Cara di Mineo. Un patto che in seguito sarà largamente disatteso.


Consegna del Cara di Mineo a Castiglione - Ph. web

Consegna del Cara di Mineo a Castiglione – Ph. web

CASTIGLIONE SOGGETTO ATTUATORE. LA PRIMA GARA D’APPALTO – Nel frattempo il presidente della Provincia regionale di Catania, Giuseppe Castiglione è designato soggetto attuatore il 28 giugno 2011 e riceve la struttura il 18 luglio 2011, dalle mani del vice capo del dipartimento della Protezione civile nazionale, Angelo Borrelli. Sono presenti alla consegna anche il prefetto di Catania Vincenzo Santoro, il sindaco di Mineo Giuseppe Castania e i sindaci del comprensorio Calatino. Al momento del “battesimo”del nuovo soggetto attuatore non manca nemmeno Luca Odevaine, in qualità di membro del comitato nazionale emergenza immigrati per conto dell’Upi. Da quel giorno la storia del Cara menenino incrocia permanentemente quella di Odevaine.

Il 5 agosto 2011, a cinque mesi dalla nuova destinazione del Residence degli Aranci, la Provincia Regionale di Catania come soggetto attuatore del Cara di Mineo indice finalmente la procedura per l’affidamento della gestione del centro per il periodo 1 settembre 2011 – 31 dicembre 2011, e avvia una ricerca di mercato con la finalità di individuare la migliore offerta per la stipula della successiva convenzione avente per oggetto l’erogazione delle forniture e dei servizi al Cara di Mineo, secondo le specifiche tecniche per gestione dei centri d’accoglienza. Sono esclusi dalla gara i servizi sanitari, per i quali la Croce Rossa si era dichiarata disponibile a proseguire la gestione.


È il 6 agosto del 2011, quando la raccomandata parte dall’ufficio postale di Bronte. La gestione del centro sarà affidata al soggetto che presenti ai sensi dell’art. 83 del codice dei Contratti pubblici, l’offerta economicamente più vantaggiosa. La durata della convenzione, con decorrenza presumibile dal 1 settembre 2011, è stabilita sino al 31 dicembre 2011, termine in cui, secondo il decreto del 12 febbraio 2011, sarebbe dovuto cessare lo stato di emergenza Nord Africa. La scadenza del bando viene registrata per il 17 agosto 2011. All’art 9 del Capitolato che determina l’aggiudicazione dell’appalto e l’importo dell’appalto si legge:

«l’appalto è aggiudicato, ai sensi dell’art. 57 del codice dei Contratti pubblici, mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara, a favore del soggetto che presenti, ai sensi dell’art. 81 del detto codice, la migliore offerta selezionata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa secondo i criteri di cui all’allegato 4, sulla base del prezzo unitario a base di gara procapite – prodie di € 33.00 (trentatre/00) escluso IVA 4%».

Nell’epilogo del documento per i Criteri di aggiudicazione del Cara di Mineo è stabilita:

«facoltà dell’ente appaltante aggiudicare il servizio anche nel caso pervenga una sola offerta valida, purché ritenuta congrua e conveniente. L’aggiudicazione della gara sarà effettuata da un’apposita commissione nominata successivamente alla presentazione delle offerte, composta nominata dal Soggetto attuatore, a favore del concorrente che otterrà il punteggio complessivo (tecnico e economico) più elevato, sulla base della graduatoria ottenuta seguendo i criteri sopra riportati».

Ph. Romina Pace

Alcuni dubbi sulla procedura adottata, vengono espressi dalla Confcooperative di Catania il 6 agosto in una nota pubblicata nel proprio sito web: «L’economicità dell’offerta – si legge – non è certamente l’elemento determinante per l’aggiudicazione dell’appalto. Infatti nei 100 punti disponibili per la valutazione delle offerte ben 75 riguardano la qualità dell’offerta mentre solo i rimanenti 25 punti afferiscono alla sua economicità. Da segnalare anche la presenza anche delle odiose proposte migliorative, che determinano ulteriori oneri alla ditta appaltatrice senza un corrispettivo e che spesso, in fase di attuazione, non sono soggette a controlli adeguati. Purtroppo l’andamento di tante gare d’appalto per l’affidamento di servizi, anche nel territorio provinciale catanese, insegna che queste descritte sono condizioni “pericolose” che potrebbero agevolare illecitamente alcuni a discapito di altri. Noi vigileremo». Sono parole che, alla luce di quanto poi succederà, si rivelano profetiche.


Il 18 agosto 2011, alle ore 16,25 nella sede della Provincia regionale di Catania si riunisce in seconda seduta pubblica la Commissione giudicatrice, i cui membri sono: il dott. Luca Odevaine, il dott. Giovanni Ferrera e il dott. Ettore Di Salvo. Presenti anche i legali rappresentanti delle società concorrenti. L’offerta economicamente più vantaggiosa risulta essere quella del Consorzio di Cooperative Sociali arl “Sisifo”, (capofila mandatario di un Ati che vede come coop mandanti il Consorzio Sol Calatino, la Cascina Global Service, Senis Hospes soc coop, e Domus Caritatis), che ottiene il punteggio di 97,88 (qualità servizio 45 pt proposte migliorative 25pt valore/prezzo ribasso 27,88 pt), rispetto le altre due concorrenti: Albatros 1973 e Connecting People, nonostante quest’ultima abbia offerto un ribasso maggiore (22,95 contro i 24,69 di Sisifo). Ma Sisifo vince grazie al maggior punteggio ottenuto nelle proposte migliorative che fanno la differenza. Come da verbale di gara, il Presidente dichiara chiusa la seduta alle 17. Il Presidente della Commissione è Luca Odevaine.

Il verbale della gara di appalto del 18.8.2011. Si nota la firma di Odevaine.

Il verbale della gara di appalto del 18.8.2011. Si nota la firma di Odevaine.


Il 14 ottobre 2011, due mesi dopo la proclamazione del consorzio vincitore, l’Ufficiale Giudiziario addetto alle notifiche, ad istanza dell’avv. Alessi di Connecting People, notifica il ricorso effettuato dal Presidente del Consorzio Connecting People presso la sez. del TAR di Catania, al Soggetto Attuatore cioè la Provincia di Catania, al Commissario Delegato per l’emergenza immigrazione, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Consorzio di coop. Sociali Sisifo, al Consorzio Sol Calatino, alla Cascina Global Service, Senis Hospes soc coop, Domus Caritatis soc. coop, Albatros 1973. Il ricorso chiede l’annullamento del provvedimento di aggiudicazione definitiva della gara e l’annullamento del capitolato e degli allegati. Le ragioni riguarderebbero la tempistica del bando: non risultano rispettati i termini previsti dall’art 70 del D.Lgs 163/2006. Tra le presunte violazioni anche quella dell’art. 97 della Costituzione “Eccesso di potere per sviamento”. Nel ricorso si legge:

«Come evidenziato nella rassegna dei fatti il 28 giugno, con decreto 3246 del commissario delegato ex Opcm 3933, è stato nominato il soggetto attuatore per procedere tempestivamente all’espletamento di una selezione pubblica per la gestione del CARA nel Comune di Mineo. Tuttavia, dopo aver fatto trascorrere oltre un mese dalla propria nomina, il soggetto attuatore ha invitato, fra gli altri il Consorzio ricorrente, a partecipare alla selezione con invito pervenuto il 12 agosto 2011 e con termine ultimo entro e non oltre le ore 12 del 17 agosto 2011. Il Consorzio, quindi, avendo ricevuto l’invito a presentare l’offerta venerdì 12 agosto 2011 ha avuto a disposizione i seguenti giorni, sabato 13 agosto, domenica 14 agosto, lunedì 15 ferragosto ed il martedì 16 agosto».

prospetto gara 2011

Il prospetto dei punteggi ottenuti. La prima firma è quella del presidente della Commissione Odevaine

Inizia così la gestione del centro di accoglienza di Mineo da parte dell’Ati di coop che praticamente saranno sempre confermate negli anni successivi, nonostante polemiche e ricorsi. E un altro nome torna sempre tra i membri che siedono nelle commissioni giudicatrici nel 2012 e nel 2014: quello del super esperto Luca Odevaine.


Giuliana Buzzone – Giacomo Belvedere


CONTINUA…


L’AFFAIRE ODEVAINE, TRA APPALTI E CONSULENZE AL CARA DI MINEO SECONDA PARTE: ANNO 2012 


L’AFFAIRE ODEVAINE E IL CARA DI MINEO LA PROROGA INFINITA TERZA PARTE: ANNO 2013 


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