Pubblicato il 06/10/2018
CULTURA
ph. Sebastiano Russo

Caltagirone, intervista al presidente di “Genius Loci” Francesco Iudica



Domenica 7 ottobre alle ore 19.30 si inaugurano i restauri del portone della chiesa del Collegio e di una tela settecentesca, rappresentante l’arbor ordinis dei Gesuiti,  anch’essa custodita nella rettoria della chiesa del Collegio di Caltagirone. Abbiamo, a questo proposito sentito Francesco Iudica, presidente dell’associazione “Genius Loci”, che ha sponsorizzato  i due restauri.


di Sebastiano Russo


Quando nasce Genius Loci?

Genius Loci nasce un anno fa con la consapevolezza della necessità di un nuovo protagonismo civico quando ci è apparso necessario non solo desiderare la valorizzazione del patrimonio culturale della nostra città, ma fare qualcosa di concreto, di personale, perché questo possa realmente accadere. Non possiamo più attendere da altri quello che noi possiamo, e quindi dobbiamo fare, dobbiamo capovolgere il nostro rapporto con la nostra città della quale per troppo tempo ci siamo sentiti figli, e quindi in attesa di ricevere qualcosa, per diventarne genitori, che donano generosamente senza nulla pretendere in cambio.

Qual è la sua mission?

Immaginare e realizzare, nei limiti delle risorse economiche che l’autotassazione dei soci consente, tutto ciò che può valorizzare il passato della nostra città, rendere il nostro presente degno di quel passato, consegnare alle prossime generazione una città accogliente, elegante, curata.

E, quindi, acquistare, restaurare, recuperare beni culturali, soprattutto in condizioni di degrado, di inaccessibilità, di alienazione. Ma anche sostenere e sviluppare iniziative di carattere culturale in grado di valorizzare, recuperare, incrementare il patrimonio culturale della nostra città, alimentarne la crescita culturale, rafforzare l’identità e la memoria civica soprattutto dei giovani


Come si articola l’associazione? Quando si riunisce?

Secondo il principio di democrazia, di partecipazione, solidarietà e responsabilità.

Sono i soci che annualmente propongono le iniziative che più ritengono idonee a rendere più bella ed accogliente la nostra città, sono i soci che scelgono fra le iniziative proposte quella da realizzare.

Tocca poi al Comitato Scientifico, composto da autorevoli protagonisti della vita culturale della città, anche non soci, suggerire le migliori modalità di realizzazione delle proposte che hanno avuto maggiore consenso e al Consiglio di Presidenza realizzarle.

C’è poi un Comitato dei Garanti, che proprio per la sua funzione di garanzia è scelto casualmente - lo costituiscono i tre soci più giovani e i tre soci più anziani -  che ha il compito di proporre all’Assemblea i presidenti che si alternano ogni due anni, in modo da evitare l’identificazione dell’Associazione con una persona e favorire un protagonismo diffuso.

Tutti, senza che nessuno possa porre veti, possono diventare soci. Basta volerlo e impegnarsi a versare una quota mensile di venti euro che sono interamente destinate a realizzare il programma che i soci scelgono. Per intenderci, niente cene, niente gite, niente manifestazioni promozionali. Tutto ciò che raccogliamo lo destiniamo alla città.

Ci riuniamo due volte l’anno, per approvare il bilancio consuntivo e quello preventivo. Poi quando inauguriamo le cose che facciamo. Per il resto tutto avviene con l’utilizzazione dei social media, votazioni comprese.


Perché dei privati si sostituiscono al pubblico?

Perché il pubblico non può fare tutto, perché un cittadino può davvero chiamarsi tale se vive da protagonista la vita della propria città, facendo quel che può e contribuendo al bene pubblico, di fronte al quale non vale la distinzione fra privato e pubblico, perché tutti nella diversità dei ruoli abbiamo il dovere di concorrervi.

“Genius Loci” era la divinità che, nei tempi antichi, una comunità si sceglieva come proprio nume tutelare. Ecco, noi vogliamo essere, nel nostro piccolo, uno dei numi tutelari della nostra città. E non è vero che siamo privati cittadini. Siamo pubblici cittadini e dunque non ci sostituiamo, ma affianchiamo le istituzioni che abbiamo concorso a scegliere.


Non c’è il rischio che le amministrazioni deleghino al privato ciò che è un loro obbligo istituzionale?

No, perché noi agiamo per nostra scelta e per fare le cose che noi vogliamo fare. Sappiamo che le risorse pubbliche sono ormai davvero poche ed insufficienti a realizzare tutto ciò che c’è di bisogno.


Finora le associazioni si sono occupate di promuovere, divulgare, tutelare i beni culturali, vedi FAI, Legambiente Salvalarte, i club service Rotary, Lions, Kiwanis. In che modo vi inserite in questo contesto associativo?

La differenza sta nella esclusività dell’impegno a favore del patrimonio culturale della nostra città. Noi non facciamo altro che questo. Non ci occupiamo di temi universali, né di altre realtà. Non facciamo dibattiti o convegni, ma operiamo nel concreto. E quando è possibile, ci piace farlo anche sostenendo iniziative di altri, perché non vogliamo sostituirci a nessuno, consapevoli come siamo che una comunità si salva se tutti, contribuiscono a farsi carico di una parte di impegno. Senza concorrenza, ma in solidarietà.


Quali sono le opere sulle quali avete già fatto interventi?

Il restauro del portone della Chiesa del Collegio, il restauro di una tela di quella chiesa, importante documento storico, che illustra i protagonisti della fertile stagione gesuitica nella nostra città, l’acquisto di uno splendido ritratto di p. Benedetto Papale, ora al Museo Civico, e la commissione di quello di Salvatore Montalto, come contributo alla realizzazione di un Museo della “Scala Illuminata”, ora esposta nel palazzo municipale.

Sono in itinere il restauro dei vasi della balconata della Villa in via Roma e della balconata “Ventimiglia “, nonché la realizzazione di una edicola votiva con un multiplo del pannello bronzeo di Andrea Parini, donatoci con grande liberalità dalla famiglia Lo Monaco e che oggi arricchisce le collezioni del Museo diocesano.

Ancora il restauro dell’edicola votiva in maiolica di via ex Matrice, uno dei più significativi e splendidi esempi di inserimento nel tessuto urbano di manufatti ceramici.

Ecco. La vicenda della balconata “Ventimiglia” è un esempio di collaborazione. Si tratta di un bene privato, ma la cui fruizione è pubblica, ne godiamo tutti. E dunque era doveroso intervenire. Ma lo abbiamo fatto condividendo con altri lo sforzo finanziario necessario. Perché dal poco di molti, può farsi molto.

Ed, ancora, grazie alla generosità di Luigi Gulino Malizia, contiamo di abbellire l’edicola nella parete laterale della chiesa di S. Francesco di Paola, recentemente restaurata dal Lions, con una fioriera ed una panchina. Ancora un esempio di collaborazione e condivisione.

Infine, ma solo per poco, grazie ad una collaborazione con Federfarma, a Natale, l’aeroporto di Catania e venti farmacie siciliane nei centri storici delle più grandi città siciliane, ospiteranno nelle loro vetrine un presepe di Caltagirone, così promuovendo la nostra città, le sue manifestazioni natalizie, la sua offerta turistica.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Commenta
Il tuo commento verrà pubblicato previa approvazione. Soltanto il nickname sarà visibile a tutti gli utenti.