Pubblicato il 08/01/2017
ATTUALITÀ

Vandali a Caltagirone: danneggiato il totem in ceramica della Chiesa S. Maria della Stella



Rovinata la base in ceramica e ridotto lo spazio a deposito immondizia. Nel degrado anche le targhe in ceramica della basilica di S. Giacomo e della chiesa di S. Stefano.
di Giacomo Belvedere 

Come volevasi dimostrare. Lo scempio dei monumenti d’arte a Caltagirone non ha sosta. Avevamo finito di postare l’articolo sulla parete della Cattedrale, imbrattata da un maleducato writer, che da un’attenta e sensibile lettrice ci è giunta un’altra segnalazione.  Il totem in ceramica posto accanto alla chiesa di S. Maria della Stella è stato vandalizzato: la base rotta e la zona ridotta a deposito dell’immondizia. E ci sono stati segnalati danni anche alla targa in ceramica posta davanti alla basilica di S. Giacomo, che è mezza inclinata, e a quella della Chiesa di S. Stefano, seriamente compromessa. Caltagirone città della ceramica… distrutta: questa è l’immagine che si offre ai turisti.

“Vandalizzato” non è forse il termine appropriato: evoca un popolo barbaro invasore con la vocazione a distruggere e calpestare le civiltà evolute. E offre un comodo alibi per scaricare sull’altro, lo straniero, il migrante, la responsabilità del degrado. E, difatti, qualcuno ha già cominciato a speculare sui soliti extracomunitari. “Extracomunitario”: anche in questo caso il linguaggio veicola un messaggio distorto. A nessuno viene in mente di chiamare un cittadino svizzero o statunitense, ed ora britannico, extracomunitario. Ma giuridicamente e politicamente lo sono. Ma, siccome extracomunitario suggerisce qualcuno che è fuori dalla comunità, ci guardiamo bene dall’appellare, per es., la regina Elisabetta in quel modo.

Per gli atti vandalici a Caltagirone, i “vandali” non c’entrano affatto. Come nel caso della Cattedrale la scritta in inequivocabile, benché sgrammaticato, italiano, denuncia l’origine etnica indigena dell’autore dello scempio; così l’immondizia autoctona accanto al totem rovinato, è di provenienza locale d.o.c. Occorre che i caltagironesi si guardino in seno, per estirpare la mala pianta della maleducazione e dell’inciviltà.

La Chiesa di Santa Maria della Stella, anteriore al XIV secolo, era il luogo di culto dell’attiguo monastero delle Benedettine, dove la tradizione tramanda che abbia trascorso la sua infanzia la Beata Lucia da Caltagirone (XIV sec.),  la cui famiglia abitava nei pressi, in via Biscorno. Distrutta dal disastroso terremoto del 1693, fu ricostruita nel ‘700. La facciata ottocentesca si apre su un piccolo slargo denominato “Corridoio Stella”. L’interno è tutto incentrato alla devozione mariana: i quadri della Madonna della Stella e della Madonna delle Vergini di autori ignoti, e il gruppo ligneo dell’Annunciazione con la Vergine e l’Arcangelo Gabriele. Un antico affresco di autore ignoto, del ‘500, raffigurante una Madonna in stile bizantino, campeggia dietro l’altare. Il pavimento in ceramica fu decorato dai ceramisti calatini Di Bartolo. Un piccolo gioiellino, che sta ai caltagironesi salvaguardare e custodire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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