Pubblicato il 16/04/2017
CULTURA
Ph: Andrea Annaloro

Caltagirone, aperta al pubblico la cripta di S. Agostino – VIDEO



L’occasione per rendere fruibile ai visitatori la cripta e il pavimento in maiolica di quella che anticamente era la chiesa di S. Agostino, poi trasformata in teatro, è stata l’inaugurazione della mostra  “Fischietti e sibili”.
di Giacomo Belvedere

Con l’inaugurazione, ieri, della mostra  “Fischietti e sibili”, una collezione di fischietti dell’ex Azienda autonoma soggiorno e turismo di Caltagirone, sono state riaperte al pubblico le porte dell’edificio di Sant’Agostino, destinato a ospitare il Museo regionale della ceramica.

La mostra, dal titolo “Fischietti e sibili”, allestita a piano terra, sarà l’occasione per visitare la cripta e il pavimento dell’antica chiesa dell’ex convento, da poco restaurati dalla Soprintendenza di Catania con fondi europei. Gli altri, consistenti lavori che, per 8,6 milioni di euro riguarderanno il completamento funzionale per l’allestimento museale dell’immobile, rientrano fra i 19 “cantieri della cultura” (57 milioni di euro in totale sbloccati dal Cipe) attivati in Sicilia grazie al Piano di azione e coesione complementare (Pac 2014-2020), ultima tranche del Pon “Cultura e Sviluppo” del ministero dei Beni culturali.         

Il cronoprogramma dei lavori prevede l’approvazione del progetto esecutivo entro il 2017, nei primi mesi del 2018 la gara d’appalto, con l’individuazione dell’impresa aggiudicataria entro l’estate del 2018,  e l’avvio dei lavori presumibilmente a settembre dello stesso anno. Gli interventi dureranno tre anni, ragion per cui la loro ultimazione dovrebbe avvenire entro il 2021. Ma la responsabile della Soprintendenza dei Beni culturali di Catania, Mirella Patanè, ha ventilato ieri la possibilità di un’anticipazione di sei mesi sui tempi inizialmene previsti.

Tempi più brevi, invece, ha richiesto l’apertura al pubblico della cripta e del pavimento in maiolica tardosettecentesco (attribuibile a Natale Bonaiuto), di quella che anticamente era la chiesa di S. Agostino, poi trasformata in teatro, oggetto dei recenti interventi (durati otto mesi): da ieri sono stati resi fruibili ai visitatori, mentre il trasferimento al piano terra dell’edificio Sant’Agostino di parte delle collezioni del Museo regionale della Ceramica potrebbe essere effettuato il prossimo settembre. Una scelta, quella di aprire al pubblico una parte dei locali già visitabili, di sicuro interesse culturale e turistico, senza aspettare la conclusione dei lavori all’immobile – “che è stata dettata – spiega il sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo  da incoscienza e coraggio” . “Ma – aggiunge il Sindaco calatino – preferisco sottolineare il coraggio”.

I lavori di restauro della cripta, adibita a ossario in passato, subirono una battuta d’arresto a ottobre del 2015, quando furono scoperte ossa umane, provenienti dalla cripta, in mezzo a materiali di risulta destinati a discarica. La Questura di Catania pose i sigilli e sequestrò il cantiere, su segnalazione del Commissariato di P.S. di Caltagirone, a sua volta allertato da alcuni cittadini. Ammassati in una parte esterna all’edificio adibita allo scarico di detriti provenienti dagli scavi interni, in bella vista, c’erano, infatti, inequivocabili resti umani: un femore, un’anca, un’arcata dentaria inferiore, una costola, un teschio. Caricati, assieme a tutto il resto, sui camion e conferiti chissà dove. A seguito di questi fatti, venne effettuata, su iniziativa dell’assessorato ai Servizi cimiteriali, la traslazione dei resti mortali, che sono stati collocati nell’ossario generale del cimitero monumentale,  assicurando loro degna sepoltura.

VIDEO INAUGURAZIONE

LA STORIA DEL CONVENTO – La chiesa con l’annesso il convento apparteneva agli Agostiniani conventuali, ordine religioso approvato dalla Santa sede nel 1244. Fu fondata nel XIII secolo al tempo dei Normanni dal Senato della città. Gli Agostiniani sino al 1866 ebbero l’amministrazione spirituale dei carcerati. Gli introiti derivavano dalla questua. Nel corso dei secoli ha subito numerosi rifacimenti. Lavori di ristrutturazione ci furono nel 1650, poi interrotti per sopraggiunte difficoltà economiche. Nell’ultimo quarto del 1700 la chiesa fu abbellita architettonicamente da Natale Buonaiuto, attivo a Caltagirone dal 1769. A lui si devono opere insigni quali il carcere borbonico, il Monte di Prestamo, il teatrino. Alla sua morte, avvenuta a Caltagirone il 12 gennaio 1794, fu sepolto nella chiesa dei PP. Agostiniani.

È nel 1840 che si dà il permesso di seppellire a S. Francesco di Paola, S. Agostino e S. Maria della Porta, vicino a S. Bonaventura. Ma i frati – e personaggi benemeriti verso il convento – venivano seppelliti nella cripta tardosettecentesca già prima di quell’anno. La funzione di campo santo cessò quando, a partire dal 1866, iniziarono i lavori del cimitero monumentale del Nicastro. Dopo l’Unità d’Italia, subì la sorte degli altri enti ecclesiastici, soppressi e incamerati dal Governo. L’antica chiesa fu abbattuta per volontà di Mons. Saverio Gerbino che volle che l’antico convento diventasse un grande ospizio e che per questo, con atto notarile del 16 gennaio 1897 si era fatto assegnare dal Comune di Caltagirone l’ex convento di Sant’Agostino e la chiesa omonima che furono ceduti per la fondazione di un istituto di carità con la clausola «se l’esercizio di beneficenza venisse a cessare […] il fabbricato ritornerà in piena proprietà e libero possesso del Comune». Il vescovo calatino non vide la realizzazione dell’opera, progettata dall’architetto Vincenzo di Gregorio, perché morì nel 1898. Nel 1909 vennero chiamati i salesiani che arrivarono nel 1910 e vi restarono sino al 1974.

Poi la decadenza e l’abbandono, tanto che il comune, in considerazione del fatto che erano venute a mancare le condizioni della cessione, chiedeva il 17 gennaio 1983 la retrocessione. Il Commissario regionale Salvatore Pedi ne disponeva la retrocessione il 21 gennaio 1985. Il 9 aprile1987 il Comune accettava l’immissione in possesso di tutto l’edificio per adibirlo «a servizi utili alla collettività». A sua volta il Comune, che non disponeva delle risorse per la manutenzione dello stabile, donò il 6 febbraio 1990 l’ex convento all’Assessorato regionale dei Beni Culturali e Ambientali per destinarlo a nuova e più idonea sede del Museo Regionale della Ceramica. lo cedeva alla regione Sicilia e precisamente all’assessorato BB.CC e Ambientali il 6 febbraio 1990. La regione ha accettato la donazione il 3 ottobre 1991. Con D.A. del 13 febbraio 1995 l’ex convento di Sant’Agostino è stato assunto in carico dal demanio culturale indisponibile della Regione Siciliana.

FOTOGALLERY (ph. Andrea Annaloro)

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