Pubblicato il 10/12/2014
POLITICA

Annullare la gara d’appalto, svuotare e chiudere il Cara. Lo chiede il Coordinamento dei Consiglieri Comunali del Calatino



ANNULLARE LA GARA D’APPALTO, SVUOTARE E CHIUDERE IL CARA. LO CHIEDE IL COORDINAMENTO DEI CONSIGLIERI COMUNALI DEL CALATINO 

Annullare la gara d’appalto per la gestione dei servizi e svuotare e chiudere il Cara al più presto. Sono queste due delle proposte lanciate da sette consiglieri del Coordinamento dei Consiglieri Comunali del Calatino, costituitosi come “Osservatorio permanente” sul centro di accoglienza di Mineo. Si tratta di Mario Noto (Mineo), Nella Risuscitazione (Mineo), Cristina Venuti (Mineo), Salvo Grasso (Palagonia), Giuseppe Larocca (Grammichele), Giuseppe Coniglione (Vizzini), Gemma Marino (Caltagirone).

L’ISPEZIONE AL CARA IN APRILE – Altre volte il coordinamento si era pronunciato sulla situazione insostenibile dei migranti ospiti del centro menenino. Dopo una visita ispettiva effettuata il 13 aprile 2014 al seguito del deputato nazionale di SelErasmo Palazzotto, i Consiglieri avevano denunciato sovraffollamento, precarie condizioni igienico-sanitarie, mensa inadeguata per numeri così grandi, tempi lunghissimi per avere i documenti, esistenza di un vero e proprio mercato nero: più che un centro di accoglienza, insomma, un campo profughi con condizioni di vivibilità inaccettabili. Il coordinamento aveva promesso di attuare un’azione di vigilanza sull’operato del Consorzio dei comuni “Calatino Terra d’accoglienza”, ente Gestore del Cara. «Il consorzio dei comuni del Calatino deve assumersi le sue responsabilità» – avevano dichiarato i consiglieri. «Non può essere solo un organo che firma carte».

A giugno, inoltre, il coordinamento aveva scritto una lettera ai sindaci dei comuni aderenti a “Calatino Terra di accoglienza”, al prefetto di Catania e al Ministero dell’interno per chiedere, tra le altre cose già chieste, il controllo della struttura e il contenimento del numero dei migranti entro i 2000, come previsto dal patto dei sindaci. Ma era rimasta una lettera morta, senza alcuna risposta. 

VIDEO: “Il Cara non è a misura umana” – Conferenza stampa del 17 aprile 2014

GARANTIRE TRASPARENZA E LEGALITÀ – Dopo i recenti fatti legati all’inchiesta su “Mafia Capitale”, che gettano più di un’ombra sulla conduzione del Cara di Mineo, e che vedono coinvolto il consulente della struttura Luca Odevaine, arrestato per corruzione aggravata, il coordinamento rilancia la sua azione di controllo ed esprime «disappunto, sconcerto e preoccupazione».

«Il Consorzio dei Comuni “Calatino Terra di Accoglienza ha la responsabilità di Ente Appaltante del CARA di Mineo, – scrivono i consiglieri in una nota diffusa alla stampa- ed essendo formato dai Sindaci del nostro Territorio, il ruolo che gli compete è quello di garantire la trasparenza delle gare di appalto, il controllo delle procedure, il rispetto della legalità e dei diritti di tutti, da quelli dei migranti, vittime di soprusi e prevaricazioni già nei loro paesi, a quelli dei lavoratori della struttura, delle forze dell’ordine e, ma non per ultimo, il rispetto dei diritti dei cittadini che abitano il territorio e che devono essere messi nelle condizioni di vivere un processo di integrazione con i migranti sostenibile, sereno e solidale».

Cara Mineo - Ph. Coordinamento consiglieri del calatino

Cara Mineo – Ph. Coordinamento consiglieri del calatino

IL CARA SIA CHIUSO In particolare, si dichiara che «la scelta di rinnovare ripetutamente l’incarico a Luca Odevaine, nominato esperto consulente del “Consorzio Terra d’Accoglienza” sin dal 2011 dall’allora Presidente del Consorzio, Giuseppe Castiglione, solleva tra i cittadini non pochi dubbi sulla conduzione del Consorzio stessoconsiderato che Odevaine è stato anche nella Commissione aggiudicataria della gara di appalto per la gestione dei servizi del CARA di Mineo».

Pertanto si sollecitano i sindaci dei comuni appartenenti al Consorzio a «richiedere alla Magistratura che l’indagine che ha coinvolto Roma faccia chiarezza anche sugli aspetti riguardanti la gestione del CARA di Mineo»; valutare «la possibilità di annullare la gara d’appalto per la gestione del CARA di Mineo, fosse solo per i sospetti che gravano sull’aggiudicazione», e farne una nuova; ridurre progressivamente il numero degli ospiti, sino a svuotare e chiudere in tempi ragionevolmente brevi, il Cara «in quanto struttura dannosa e incivile», e nell’attesa, aumentare le commissioni per regolarizzare la situazione dei migranti con il rilascio dei documenti richiesti.

La proposta alternativa al mega Cara e «coerente alla buona accoglienza» resta per i consiglieri del coordinamento, quella dei microsistemi d’accoglienza diffusi e siti all’interno delle città, sul modello degli Sprar.

«Dai Sindaci dei Comuni aderenti al Consorzio – auspica il comunicato – ci si attende una presa di posizione forte e impegnativa, avendo essi responsabilità gestionale e, soprattutto, ruolo di controllo». «Ove questa mancasse, – è la denuncia finale – sarebbe difficile continuare a credere in una istituzione davvero libera e si sarebbe autorizzati a pensare che il “Sistema Odevaine” nel nostro territorio ha già radici profonde».

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Commenta
Il tuo commento verrà pubblicato previa approvazione. Soltanto il nickname sarà visibile a tutti gli utenti.