Pubblicato il 11/06/2015
ATTUALITÀ

Odevaine e gli altri del Cara di Mineo in gita organizzata al Viminale



«Su Mineo casca il Governo…io potrei, cioè, se possiamo spegnere il registratore glielo dico, se può spegnere un secondo». E in effetti il Ministero che regola gli Interni emerge sia e sia stato  infiltrato sino alla cantina dalle tarme che si sono nutrite di quantità incalcolabili di soldi. C’era anche chi organizzava viaggi di gruppo.

Ci sono tutti nelle fotografie allegate ai faldoni di indagine su Mafia Capitale e pubblicate da HuffPost ritratti mentre dopo i saluti salgono le scale per dirigersi all’interno del Viminale. Anna Aloisi sindaco di Mineo e presidente del Consorzio dei Comuni Calatino Terra d’Accoglienza che amministra il Cara menenino, il direttore Giovanni Ferrera, Paolo Ragusa presidente di Sol  Calatino, il super consulente Luca Odevaine accusato di essere l’artefice del sistema criminale mafioso che sfruttava l’emergenza immigrazione, che il Sindaco di Mineo, Anna Aloisi, all’indomani dell’Epifania, lo nominava suo esperto per l’«importante ruolo svolto dal suddetto professionista nei rapporti tra Consorzio e Ministero dell’Interno, in Roma», poi nei fermi immagine un altro consulente nominato negli stessi giorni di Odevaine, Michele Cappella di Grammichele chiamato nelle intercettazioni “il chiaro”, ex deputato e  Massimo Millesoli, presidente della Fondazione di comunità del Calatino “Don Sturzo” che spesso mantiene rapporti di parternariato  proprio con il consorzio di cooperative di Ragusa, che oltre a far parte del cartello Ati sempre vincitore degli appalti inerenti il Cara di Mineo, detiene pressoché il monopolio sugli sprar del territorio calatino. Sono due soggetti non identificati scrive l’Huffington ma chi vive nel territorio e segue da molto tempo le vicende che attorniano i centro richiedenti asilo più grande d’Europa riesce a riconoscerli con facilità.

L’attività di Luca Odevaine, scrivono gli inquirenti “si estendeva sistematicamente verso tutte le possibili aperture di Centri di accoglienza nelle loro svariate forme, Cpt, Cie, Cara o Sprar” tessendo la rete tra il Ministero degli Interni attraverso il Prefetto Mario Morcone, lo stesso che a marzo nutriva dubbi sul lavoro e le dichiarazioni di Raffaele Cantone circa la illegittimità del del terzo milionario bando, sino a Angelo Malandrino, direttore centrale delle politiche d’asilo. Aveva insomma le chiavi di scorta del Viminale Odevaine che in una intercettazione ambientale del 29 luglio 2014 dice nel suo studio della Fondazione IntegrAzione “stanno per arrivare e andranno direttamente al Viminale”, il riferimento è a quello che una volta era il convitato di pietra che forte una volta delle sue protezioni ora invece va sgretolandosi. Di cosa si parlerà in questo incontro?

Giuliana Buzzone

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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