Pubblicato il 25/04/2015
ATTUALITÀ

Catania, lo sbarco dei sopravvissuti. Salvi: “Mare Nostrum e Triton palliativi”



VIDEO REPORTAGE – A mezzanotte circa del 20 aprile sono sbarcati al porto di Catania, a bordo della nave Gregoretti della Guardia Costiera, i 27 sopravvissuti al tragico naufragio avvenuto sabato notte al largo della Libia. Tra di loro individuati anche due presunti scafisti. Un altro migrante del Bangladesh scampato all’ecatombe era stato precedentemente portato in elicottero per essere ricoverato in un ospedale di Catania. Lo sbarco era previsto inizialmente alle 16 ma l’attesa si è prolungata oltre il previsto. Presenti le testate giornalistiche nazionali e internazionali. Ripercorriamo le tappe dell’intensa giornata.

Durante l’affollata conferenza stampa presso il Tribunale di Catania, sono confermate le tragiche cifre del naufragio: solo 28 i supertiti e 24 le salme recuperate. Queste ultime verranno tumulate a Malta. “Palliativi” sarebbero secondo il procuratore di Catania Giovanni Salvi le operazioni Mare Nostrum e Triton di fronte all’enormità del problema. Ma almeno Mare Nostrum, che consentiva di intervenire prima, si dimostrava «molto più efficace nella possibilità di salvataggio e di polizia giudiziaria».

Dopo un’attesa estenuante, verso mezzanotte, la Gregoretti approda al porto di Catania. Ad accogliere i profughi il ministro per le Infrastrutture  Graziano Delrio, il sindaco di Catania Enzo Bianco, il Prefetto Maria Guia Federico. Ci avvicina un giovane senegalese, Mustafà. Ha un bigliettino col numero del suo cellulare. Lo vuole consegnare al ministro. Gli chiede di chiamarlo. Chissà se Del Rio si ricorderà. Arrestati due presunti scafisti, un tunisino e un siriano, ci conferma il procuratore Salvi, che non entra nel merito della destinazione dei migranti. «La decisione è di competenza del Ministero dell’Interno», – spiega. Dopo circa due ore, finalmente i migranti vengono fatti sbarcare. Tra di loro anche quattro minori che sono condotti nel centro “La Madonnina” di Mascalucia. I due scafisti vengono invece fatti salire su un cellulare della Polizia.

QUI IL VIDEO DELLA GIORNATA

Il resto sale su un pullman scortato da cinque auto dei Carabinieri. La colonna si dirige lentamente verso la destinazione finale: il Cara di Mineo. Sono le 3.15 di martedì, quando il pullman arriva al centro di contrada Cucinella. Il mega centro di accoglienza per richiedenti asilo di Mineo, il più grande d’Europa, è nel mirino di quattro procure: quella di Roma, per l’inchiesta Mafia Capitale, quelle di Catania e Caltagirone e ultimamente anche quella di Palermo, che domenica con l’operazione Glauco 2 ha sgominato una rete di trafficanti di esseri umani. Uno dei capi, Asghedom Ghermay, con regolare permesso di soggiorno aveva anche dei basisti al Cara, dove invece i profughi, quelli veri devono attendere mesi, anche anni per ottenere lo status di rifugiato e magari avere la negativa. Chissà se, date le premesse, per i sopravvissuti al tragico esodo si sono aperte le porte della terra promessa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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