Pubblicato il 09/06/2015
ATTUALITÀ

Cantone commissaria il bando «blindato». Tempesta sul Cara di Mineo



«Ho notificato l’apertura del procedimento per l’iter di commissariamento dell’appalto da 100 milioni alle cooperative coinvolte in Mafia Capitale per la gestione di alcuni servizi al Cara di Mineo»

La prova di forza tra il presidente dell’Anticorruzione Raffaele Cantone e il direttore generale del Consorzio dei Comuni “Calatino Terra d’Accoglienza” Giovanni Ferrera sulla illegittimità affermata dal primo sul succulento appalto da 98 milioni di euro per la gestione dei servizi del Cara di Mineo, aggiudicata dalla sempre vincente ATI costituita da Sisifo, Sol.Calatino, Senis Hospes, Cascina Global Service, Pizzarotti e c. s.p.a, comitato provinciale della Croce Rossa Italiana, e invece di cui Ferrera rivendica nessun artificio, non può che dirsi vinta al netto delle conclusioni delle indagini di “Mafia Capitale” dal presidente dell’Anac.

Una tempesta che non accenna a placarsi nonostante alcuni tentativi per provare a smarcarsi, seppur con una tempistica assai discutibile, di chi tra i sei indagati del Cara di Mineo dice di essere estraneo ai fatti dell’inchiesta romana di cui perno oltre al faccendiere Buzzi è il factotum Luca Odevaine. Alla vigilia della convocazione del consiglio di amministrazione del Consorzio dei Comuni nel quale la presidente e sindaca di Mineo Anna Aloisi e il presidente dell’assemblea e sindaco Aurelio Sinatra ne proporranno lo scioglimento, Raffaele Cantone conferma quello che anche la commissione parlamentare sui Cara e Cie in missione di recente in Sicilia con particolare riguardo proprio al centro menenino non escludeva, anzi auspicava visto apparisse singolare il monopolio esercitato da un cartello di cooperative e associazioni sulla gestione dei servizi e delle forniture del centro più grande d’Europa.

«Ho notificato l’apertura del procedimento per l’iter di commissariamento dell’appalto da 100 milioni alle cooperative coinvolte in Mafia Capitale per la gestione di alcuni servizi al Cara di Mineo» prosegue cantone nell’intervista «L’appalto ci è parso, anche prima dell’inchiesta e di leggere le intercettazioni, che non fosse regolare».

E che qualcosa di irregolare ci fosse per Cantone non era stato difficile intuirlo «per l’appalto del 2014 avevamo, come Autorità anticorruzione, aperto un faro ben prima che ci fosse questa seconda tranche dell’indagine, perché avevamo avuto un esposto da parte di un concorrente che aveva lamentato che l’appalto era stato scritto in un certo modo. Avevamo fatto un parere in cui dicevamo che l’appalto era assolutamente irregolare, era assolutamente illegittimo ed erano stati richiesti dei requisiti che erano stati quasi costruiti su misura. Del resto a un appalto di 100 milioni ha partecipato un concorrente che ha vinto l’appalto con un ribasso dell’1 percento. In una nazione in cui i ribassi sono spesso del 40-50 percento, un ribasso dell’1 percento è strano. Il nostro parere però è stato assolutamente ignorato».

In una delle intercettazioni ambientali rivelate dalla stampa Buzzi confida che «Su Mineo casca il Governo» e dice al suo interlocutore: «Il Comune indice la gara e il Castiglione, insomma, che credo sia fortemente interessato a questa cosa, fa sì che la gara venga poi aggiudicata, insomma, venga indicato chi è il soggetto che dovesse vincere la gara, nel 2012 (…) Castiglione era interessato…in modo che la gara fosse vinta da questa Ati che c’era, che era costituita tra chi faceva i servizi di accoglienza, tra chi faceva i servizi di ristorazione, tra Pizzarotti che manteneva l’immobile. (…) Nel 2014 la gara viene ribandita ed è stata riaggiudicata con un bando sartoriale, come dice Cantone, a, lì dove Pizzarotti addirittura fa…(…) perché se tu mi prevedi un bando che doveva avere il centro cottura a 20 chilometri, e ce l’ho solo io il centro cottura a 20 chilometri, solo io posso partecipare. Nessuno potè partecipare, questo è quello che mi ha raccontato.. Odevaine».

Il sottosegretario all’Agricoltura, protetto e blindato da Matteo Renzi – altrimenti “cascherebbe il Governo”, visto il necessario supporto del partito Ncd del Ministro degli Interni Angelino Alfano -, continua a dirsi estraneo alla vicenda. Nel corso di questa settimana gli indagati verranno ascoltati dalla Procura di Catania, guidata da Giovanni Salvi che ha in mano il rovente fascicolo, carico di materiale da analizzare non solo raccolto durante le perquisizioni ma riferito anche a dichiarazioni di soggetti auditi che hanno avuto o hanno a che fare con il Cara di Mineo, per definire in maniera chiara i ruoli e le dinamiche di quelli definiti dal Procuratore appalti “costruiti in maniera tale che venissero formati e destinati a persone già in precedenza individuate”.

Giuliana Buzzone

 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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