Pubblicato il 13/07/2015
ATTUALITÀ

Granieri (Ct), a settembre chiude l’ufficio postale. Il commissario La Rocca: «Questa non è razionalizzazione»



A Granieri, frazione di Caltagirone con oltre 400 abitanti, nonostante ci si fosse illusi, dopo la mobilitazione e le proteste dei mesi scorsi di aver risolto il problema, torna purtroppo l’incubo della soppressione dell’ufficio postale. La Filiale di Catania 2 di Poste italiane ha annunciato la chiusura dell’ufficio (nella frazione di Caltagirone, in via Roma 1) a partire dal prossimo 7 settembre, motivandola «a un piano di efficientamento volto all’adeguamento dell’offerta all’effettiva domanda dei servizi postali in tutti i Comuni del territorio nazionale… in ragione del comprovato disequilibrio economico».

Non ci sta il commissario straordinario del Comune di Caltagirone, Mario La Rocca, che ha scritto una nota ai vertici nazionali, regionali e provinciali di Poste italiane, controbattendo punto per punto alle presunte ragioni che giustificherebbero la chiusura, e chiedendo di fare marcia indietro.

«Ritengo che l’effettiva domanda dei servizi postali nel territorio – sottolinea l’ingegnere La Rocca – vada intesa come esigenza del territorio, piuttosto che esclusivamente in termini di valore economico. La chiusura dello sportello porterà disagio ai 400 cittadini residenti, la maggior parte anziani e, quindi, con problemi di spostamento in eventuali altri luoghi. La frazione di Granieri non dispone di uno sportello bancario, ma ha sinora potuto contare sulla presenza delle Poste, che hanno svolto un’insostituibile funzione di raccolta del risparmio grazie a circa 400 libretti di deposito e a circa 200 conti correnti. Le Poste costituiscono un immancabile punto di riferimento pure per i servizi di spedizione, utilizzati in grande quantità. La soppressione dell’ufficio postale assesterebbe un colpo irrimediabile alle prospettive di crescita economica di questa operosa comunità ed equivarrebbe a una deminutio significativa per le stesse Poste, che hanno sinora avuto un “fatturato” ritenuto significativo.

Ma, se anche le consistenti argomentazioni di carattere economico non dovessero essere considerate sufficienti – prosegue il commissario -, ve ne sono altre di rilevante ordine sociale, accresciute dall’assenza di linee pubbliche di collegamento con la frazione, con conseguenti gravi ripercussioni soprattutto per quanti, per ragioni anagrafiche e/o per mancanza di mezzi, si ritroverebbero pesantemente isolati. Inoltre, lo sportello postale viene ospitato in locali comunali, con costi di gestione irrisori, resi ancora più irrilevanti dal fatto che esso viene aperto solo tre volte alla settimana. Non si comprende, quindi, a quali logiche di presunta razionalizzazione delle spese obbedirebbe la sua chiusura».

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