Pubblicato il 20/07/2015
ATTUALITÀ

Cara Mineo, il sindaco di Mineo e altri quattro indagati dalla Procura di Caltagirone per una presunta parentopoli



Estate rovente al Cara di Mineo e non solo per ragioni climatiche. Sul centro menenino si concentra il fuoco incrociato di tre Procure: quella di Roma per l’inchiesta Mafia Capitale, quella di Catania e quella di Caltagirone. Dopo le recenti dichiarazioni in Commissione Antimafia del procuratore Giovanni Salvi, dal 15 luglio alla guida della Procura di Roma, che ha denunciato la «finalizzazione al consenso elettorale di molte delle attività legate al Cara menenino», rivelando inoltre di aver «individuato contatti tra soggetti che possono fare riferimento a Cosa Nostra», sui quali si sta lavorando, e ventilando anche l’ipotesi di voto di scambio politico-mafioso ai sensi del 416-ter, piombano come un fulmine a ciel sereno, ma in verità annunciate da tempo, cinque informazioni di garanzia emesse dal Procuratore di Caltagirone Giuseppe Verzera, che sta indagando su una presunta parentopoli che riguarderebbe assunzioni sospette presso il Centro di accoglienza di Contrada Cucinella. Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, istigazione alla corruzione e corruzione in atti d’ufficio.

Destinatari delle informazioni di garanzia sono, oltre al sindaco di Mineo Anna Aloisi, già presidente del Consorzio Calatino terra d’Accoglienza” che amministrava il Cara prima della messa in mora dopo le perquisizioni e gli avvisi di garanzia emessi dalla Procura etnea, l’ex primo cittadino Giuseppe Mario Mirata, l’ex presidente del Consorzio Sol Calatino Paolo Ragusa, il consigliere e assessore comunale Luana Mandrà e l’ex assessore comunale Maurizio Gulizia. Nel mirino della Procura calatina ci sarebbero due episodi: un posto di lavoro nel Cara, poi rifiutato, alla fidanzata di un consigliere comunale di minoranza in cambio di un “trasloco”, armi e bagagli, alla maggioranza, e un’analoga offerta in cambio di un posto di assessore.

«Uno dei fascicoli – aveva detto Verzera ai nostri microfoni durante l’intervista che ci ha rilasciato nel mese di aprile scorso  – che ho attenzionato immediatamente quando mi sono insediato qui Caltagirone è stato il famoso appalto del Cara di Mineo. È un’inchiesta molto complessa, che assorbe moltissimo me e la polizia giudiziaria che mi coadiuva nell’inchiesta».

I provvedimenti emessi da Caltagirone, si aggiungono alle perquisizioni e agli avvisi di garanzia nei confronti dei sei nomi eccellenti indagati dalla Ptrocura di Catania per turbativa d’asta: assieme al faccendiere Luca Odevaine, il Sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione; Giovanni Ferrera direttore del Consorzio dei comuni “Calatino Terra d’Accoglienza”; Anna Alosi, presidente del Consorzio dei Comuni e Sindaco di Mineo; Paolo Ragusa presidente del Consorzio Sol. Calatino e Aurelio Sinatra, sindaco di Vizzini e presidente dell’assemblea dei sindaci del Consorzio.

Il rapporto di collaborazione con la Procura calatina di Giuseppe Verzera è stato definito da Salvi, durante l’audizione in Commissione Antimafia,  “buono”, ma certo, man mano che l’inchiesta prosegue e si fa più complessa,  occorrerà in futuro definire meglio gli ambiti di competenza. «Abbiamo un buon rapporto di collaborazione – ha dichiarato – , ma indubbiamente c’è una sorta di alternativa perché all’inizio Caltagirone ha iniziato a occuparsi in via praticamente esclusiva del problema Cara visto che lì venivano commessi i reati ipotizzati. Noi – ha chiarito – abbiamo legato la fase della gestione, attraverso l’articolo 61, comma 2, cioè i reati finalizzati l’uno a commettere, e all’articolo 81 del codice penale, al primo degli appalti che è stato deliberato a Catania, quindi abbiamo attratto questa parte degli appalti». «Ora, però – ha ammesso Salvi -, sta emergendo dalle indagini un collegamento anche con quella parte che, invece, era certamente di competenza di Caltagirone, per cui stiamo lavorando insieme. Alla fine di questo lavoro valuteremo quale parte rimane di competenza di Caltagirone e quale parte è attratta da noi. Spero che questo avvenga in buon accordo, ma al momento stiamo lavorando insieme».

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