Pubblicato il 01/12/2020
CRONACA

Nas Catania: test anti-covid abusivi e mancate comunicazioni di positività



Le violazioni nell’ambito dei controlli su tutto il territorio nazionale che nell’ultima hanno visto ispezioni in 285 aziende e laboratori di analisi, privati e convenzionati, ed altre strutture similari e  rilevato irregolarità presso 67 centri  oggetto di controllo, contestando 94 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 145 mila euro di sanzioni pecuniarie.


Nell’ambito delle attività di controllo svolte nel periodo di emergenza sanitaria, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministro della Salute, ha svolto specifiche verifiche sulla regolarità delle attività imprenditoriali di prelievo ed analisi diagnostica per la ricerca del virus SARS-CoV-2.

Nel corso dell’ultima settimana sono stati ispezionati 285 aziende e laboratori di analisi, privati e convenzionati, ed altre strutture similari operanti nel commercio e nell’erogazione di test di analisi molecolari, antigeniche e sierologiche finalizzati all’accertamento della eventuale positività al COVID-19.


Le ispezioni, condotte su scala nazionale, hanno rilevato irregolarità presso 67 centri  oggetto di controllo, contestando 94 violazioni penali ed amministrative, per un ammontare di 145 mila euro di sanzioni pecuniarie. Di queste il 60% delle violazioni rilevate dai NAS è attribuibile all’inosservanza di norme e comportamenti connessi  con l’applicazione delle misure di contenimento epidemico.

Tra le irregolarità più frequenti, è stato rilevato il mancato possesso autorizzativo circa lo svolgimento di attività di prelievi ematici e biologici (tamponi), svolti abusivamente e in ambienti non idonei (15% delle violazioni contestate).


Per quanto riguarda l’omessa / ritardata comunicazione dei casi di positività emersi a seguito delle analisi cliniche sugli utenti , il dato è risultato pari al 14% rispetto alle sanzioni rilevate.

Tali inosservanze sono ritenute di particolare gravità per la perdita di informazioni utili alla corretta e tempestiva tracciatura di casi e conseguente diffusione incontrollata di situazioni di contagio.

Sono state inoltre accertate la mancata predisposizione ed attuazione di piani e protocolli preventivi all’interno delle cliniche, come la carenza di procedure gestionali, di prodotti igienizzanti e di sanificazione dei locali (11%), e di requisiti tecnici e professionali nell’esecuzione degli accertamenti diagnostici, riscontrando in 6 episodi, a vario titolo, l’assenza di tecnici di laboratorio abilitati e l’uso di reagenti e diagnostici scaduti, comunque impiegati nell’effettuazione delle analisi.


 Nel corso delle verifiche, i Carabinieri dei NAS hanno individuato l’attivazione abusiva di punti prelievo, ematici e biologici, in aree improvvisate, in assenza di adeguate condizioni igienico-sanitarie. In un caso, è stata avviata una campagna di screening della popolazione, affidata da alcuni Comuni ad un laboratorio, senza alcuna comunicazione preventiva all’Autorità sanitaria.

Un ulteriore fenomeno rilevato è la vendita al dettaglio ai clienti, presso farmacie o addirittura in erboristeria e profumeria, di kit di analisi sierologiche anticorpali destinati al solo uso professionale sanitario e non adatti all’autodiagnosi. Proprio in tale contesto sono stati sequestrati 153 tra kit di diagnosi e dispositivi medici irregolarmente detenuti per la vendita al dettaglio o per l’effettuazione di analisi.


 Tra le situazioni accertate dai NAS Catania si evidenziano:

  • Nel corso di un’ispezione presso una profumeria sono stati scoperti e sequestrati 16 kit diagnostici per ricerca anticorpi SARS-COV-2, di verosimile provenienza estera, destinati all’uso esclusivo di professionisti sanitari. È stato accertato che i test rapidi, occultati all’interno di contenitori anonimi in prossimità della cassa, erano detenuti a temperatura ambiente, anziché a quella raccomandata di tra 2 e 8 °C, con grave pregiudizio sull’efficacia diagnostica e conseguente inattendibilità dell’esito analitico.
  • Deferiti all’AG il legale responsabile e il direttore tecnico di un centro privato accreditato di analisi cliniche, poiché ritenuti responsabili di aver utilizzato, per gli esami di laboratorio a carico del Servizio sanitario regionale, reagenti scaduti di validità, peraltro custoditi in celle frigorifere prive del dispositivo di controllo della temperatura.
  • Sequestrati 12 contenitori di reagenti e diagnostici in vitro il cui valore complessivo ammonta a 1.000 euro.
  • Nel corso di una ampia strategia di controlli sul territorio, sono stati individuati 5 laboratori di analisi convenzionati con il SSR che non ottemperavano alle procedure obbligatorie di inserimento degli esiti analitici ai test covid-19 nella piattaforma regionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


Commenta
Il tuo commento verrà pubblicato previa approvazione. Soltanto il nickname sarà visibile a tutti gli utenti.