Pubblicato il 07/10/2020
SOCIETÀ

Vendemmia 2020: l’Istituto Tecnico Agrario di Caltagirone conclude la stagione vitivinicola con la vendemmia



Dopo la prima vendemmia per la produzione del vino zibibbo avvenuta nella prima decade di settembre, si è proceduto con la raccolta dell’uva prodotta nei vigneti dell’azienda agricola annessa all’istituto  che è ospitato nei locali di via Balatazze in quelli che erano destinati al vecchio professionale per l’agricoltura oggi diretta dal dott. agr. Gaetano Di Geronimo.

L’annata 2020 sarà ricordata come quella che segna la prima vendemmia del corso di viticoltura ed enologia inaugurato all’Istituto Tecnico Agrario di Caltagirone nell’Anno Scolastico 2018/19. Dopo la prima vendemmia per la produzione del vino zibibbo avvenuta nella prima decade di settembre, si è proceduto con la raccolta dell’uva prodotta nei vigneti dell’azienda agricola annessa all’istituto  che è ospitato nei locali di via Balatazze in quelli che erano destinati al vecchio professionale per l’agricoltura oggi diretta dal dott. agr. Gaetano Di Geronimo.

“Si tratta di un importante traguardo per la nostra scuola e per il prestigio dell’Istituto Tecnico Agrario che per la nostra città è sempre stato un punto di riferimento non solo per gli studenti, ma anche per gli operatori del settore con i quali manteniamo sempre stretti contatti di collaborazione - afferma la prof.ssa Mara Malignaggi, dirigente dell’IIS Cucuzza Euclide- e speriamo che la presenza di questo nuovo indirizzo possa essere incrementato con l’istituzione di un corso di specializzazione per enotecnico presente solo in altre due scuole agrarie in tutta la Sicilia”.

La viticoltura siciliana ha una storia millenaria che risale all’epoca della colonizzazione greca, (VII-VI sec. a.C.), che interessò le nostre campagne. Testimonianze archeologiche sono state rinvenute su reperti numismatici che raffigurano anfore vinarie, tipiche per la bocca stretta e la pancia allungata, che venivano usate soprattutto per il trasporto e la commercializzazione del vino, così come numerose anfore sono state ritrovate nei fondali del mare antistante Kamarina.

Da altri reperti risalenti al III sec. A.C. si può evincere l’ esisteva della produzione di vino enon solo per il consumo locale ma anche per il commercio. 

L’occupazione dei romani segnò per il vino di questa zona della Sicilia un ulteriore fattore di espansione con la sua esportazione a Roma. In epoca romana la produzione di vino interessava i territori che vanno dal fiume Ippari al fiume Dirillo, sotto Caltagirone ed i romani chiamarono questo vasto territorio “Plaga Mesopotamium” e coincideva con l’attuale zona di produzione del Cerasuolo di Vittoria. 

In questo contesto produttivo il territorio di Caltagirone diventò un vero e proprio crocevia commerciale per il vino collegando Catania, Lentini, Acate, Vittoria e Comiso.

Il vino prodotto veniva esportato prima soltanto nelle varie altre città della contea di Modica , e successivamente, attraverso il porto di Scoglitti e le navi trapanesi e mazaresi, veniva esportato anche a Malta. 

Nella seconda metà dell’ottocento si ebbe un ulteriore sviluppo economico di questa zona: migliaia di ettari, prima coltivati a grano furono riconvertiti vigneto.  L’aumento della domanda di vino ed il conseguente aumento dei prezzi, il progresso tecnologico delle operazioni colturali resero più facile e redditizia la coltivazione dei vigneti. Il porto di Scoglitti diventò un punto di riferimento per l’esportazione dei vini.

L’epidemia della Fillossera segnò la perdita di gran parte dei vigneti della Sicilia ed il nostro territorio subì tragicamente gli effetti della scelta monoculturale del vigneto. 

Bisognerà aspettare il XX secolo con l’introduzione della tecnica dell’innesto su vite americana resistente alla fillossera per far fronte ai suoi effetti devastanti.

 Ma solo ricchi possidenti ebbero le risorse economiche per il reimpianto, così gli effetti della fillossera e la guerra commerciale con la Francia ridussero la vocazione vitivinicola del nostro territorio ad attività marginale.  

“Oggi assistiamo ad una forte riprese del prestigio dei nostri vini non solo nel mercato locale, ma soprattutto nei mercati Europei ed Americani - conclude la preside Malignaggi - . Il riconoscimento del DOP al Cerasuolo di Vittoria che interessa una parte del territorio di Caltagirone, rappresenta un volano per l’economia del nostro territorio e la scelta dell’ITA di Caltagirone di istituire questo percorso didattico si inquadra in quel filone storico del nostro Istituto Tecnico sempre attento alle esigenze ed alle vocazioni intrinseche del calatino offrendo ai nostri giovani conoscenze e competenze per affrontare il mondo del lavoro con professionalità”. 

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