Pubblicato il 21/07/2020
RELIGIONE / DIOCESI

Caltagirone, al via i lavori di restauro della Cappella di San Francesco nella Chiesa di San Bonaventura



L’intervento, grazie alla campagna Fai nell’ambito del 9° Censimento “I Luoghi del Cuore” nel 2018, in cui la chiesa si è classificata a 21ª posto nella classifica nazionale e al 2ª nella classifica regionale. Iniziati anche ulteriori lavori di recupero della chiesa di San Bonaventura da realizzarsi con i fondi provenienti dall’8xmille, che riguarderanno le coperture dell’edificio di culto, il recupero della sagrestia, del saloncino superiore e degli ambienti adiacenti siti sulla fiancata destra della chiesa.

Al via i lavori di restauro della Cappella di San Francesco all’interno del complesso monumentale di San Bonaventura di Caltagirone  che il FAI e Intesa Sanpaolo sostengono con il contributo di 25.000 euro assegnato nell’ambito dell’iniziativa “I Luoghi del Cuore”, il censimento dei luoghi italiani da non dimenticare.

Grazie all’impegno del “Comitato per San Bonaventura”, sostenuto con forza dalla Diocesi di Caltagirone, che ha raccolto i voti creando una sinergia con l’amministrazione comunale e diverse realtà cittadine, 17.558 persone hanno votato la Chiesa di San Bonaventura al nono Censimento I Luoghi del Cuore, facendole ottenere la 21ª posizione nella classifica nazionale e la 2ª posizione nella classifica regionale.

Questa straordinaria partecipazione, scaturita dal desiderio comune di contribuire fattivamente al sostegno di San Bonaventura, importante monumento della propria città, ha permesso alla Parrocchia di San Giacomo -Diocesi di Caltagirone di partecipare al bando che il FAI lancia dopo ogni edizione del censimento, presentando un progetto di restauro della Cappella di San Francesco, valutato poi idoneo e finanziato con un contributo di 25.000 euro messo a disposizione da FAI e Intesa Sanpaolo.

Il complesso monumentale di San Bonaventura è costituito dalla chiesa, dal convento associato e dalle cripte. Edificato fra il 1631 e il 1650, venne ricostruito a seguito del terremoto del 1693. La chiesa presenta una pianta ad aula, a schema longitudinale con ripartizioni interne costituite dalle cappelle laterali, cinque per lato. L’interno ad unica navata è riccamente decorato di stucchi ed affreschi. Di Giuseppe Vaccaro è quello posto sulla volta a botte raffigurante San Bonaventura in gloria, datato 1835.

Di grande effetto scenografico è l’affresco del presbiterio attribuito al pittore settecentesco di Acireale Pietro Paolo Vasta. Tutta la navata è segnata dall’ordine architettonico che emerge con l’aggetto di lesene capitelli e della trabeazione. Le cappelle laterali sono definite da un arco a tutto sesto che si affaccia sulla grande aula della navata e presentano volte a botte e crociere. La chiesa, nonostante l’alto valore artistico, è stata per molti anni chiusa alla fruizione pubblica e pertanto molti calatini ne ignorano le bellezze.

Il convento, trasformato in casa circondariale a seguito della legge del 1866 che soppresse le corporazioni religiose, rientra tra le proprietà del Demanio pubblico, ma versa in stato di abbandono e di degrado. L’intervento, reso possibile grazie al contributo “I Luoghi del Cuore”, interessa la cappella di San Francesco. Questa cappella, costruita dalla famiglia Gravina Interlandi, si apre sulla navata centrale e comunica con la precedente e la successiva attraverso aperture ad arco. È affrescata con effetto trompe l’oeil che riproduce una fastosa macchinetta d’altare marmorea, completata nella parte basamentale da un altare costruito in marmi policromi. II soffitto, crollato nel 1948, presentava una decorazione affrescata raffigurante balaustrate concentriche l'una sovrapposta all'altra, con effetto prospettico.

Nella parete sinistra, in una chiave di arco dipinta, è impressa la data 1723,probabilmente riferita al completamento dell’apparato pittorico. La pala dell'altare, con S. Francesco che riceve l’indulgenza plenaria dal Cristo e dalla Vergine, è di Epifanio Rossi,originario di Noto, firmato e datato 1661.

Il restauro della cappella di San Francesco, già affidato al restauratore Angelo Mangiavillano che ne ha curato il progetto già autorizzato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania, costituirà l’avvio decisivo per il recupero dell’intero complesso monumentale che restituirà questo luogo di fede, di arte e di cultura alla città e al territorio. San Bonaventura, altissimo esempio di commistione delle arti ad espressione della fede e del culto, costituisce infatti una delle più significative rappresentazioni della sensibilità e dell’ingegno artistico che la comunità di Caltagirone ha saputo produrre per secoli rendendo il valore di questo Bene culturale identitario perla comunità.

Contestualmente a questo intervento, sono già iniziati anche ulteriori lavori di recupero della chiesa di San Bonaventura da realizzarsi con i fondi provenienti dall’8xmille della Chiesa Cattolica Italiana e compartecipati dalla Diocesi di Caltagirone. L’intervento complessivo, già finanziato con decreto della Conferenza Episcopale Italiana, riguarderà il restauro delle coperture dell’edificio di culto, il recupero della sagrestia, del saloncino superiore e degli ambienti adiacenti siti sulla fiancata destra della chiesa. Inoltre sarà realizzato un nuovo impianto elettrico della chiesa in sostituzione di quello esistente ormai fatiscente e obsoleto.

Questi interventi consentiranno pertanto la riapertura al culto della chiesa e la pubblica fruizione della stessa, per restituire alla nostra città un gioiello di inestimabile valore. Don Fabio Raimondi, Direttore Museo Diocesano di Caltagirone, responsabile del progetto: La chiesa di San Bonaventura è indubbiamente uno degli edifici di culto che attirano la curiosità, non solo dei cittadini di Caltagirone ma anche dei numerosi turisti che attraversano la nostra città. Il fatto che in un tempo relativamente breve verrà riaperta al culto mostrando la sua straordinaria bellezza, non può che contribuire a dare lustro alla città di Caltagirone, grazie all’impegno dell’Ufficio diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici e al contributo approvato dal FAI. Il recupero della chiesa di San Bonaventura rappresenta l’orgoglio per un traguardo raggiunto,frutto dell’impegno e della collaborazione di molti a salvaguardia della nostra storia e della bellezza della città”

Aline Lo Giudice, Capo Gruppo FAI Caltagirone: “Grande è la soddisfazione per il numero di voti raggiunti dal Complesso Monumentale di S. Bonaventura classificatosi al 22° posto nella graduatoria nazionale e al 2° in quella regionale e per l’ottenimento del finanziamento attraverso il Bando I Luoghi del Cuore promosso dal FAI. Ciò ci riempie di orgoglio e ci dà speranza, perché ci fa comprendere che impegnarsi, l'essere attenti, l'avere interesse per ciò che ci circonda, può modificare l'andamento delle cose e ci desta da quel senso di torpore pessimistico e di abbandono, secondo i quali non vale la pena agire. Come Gruppo FAI da anni ci impegniamo nella promozione del territorio, per farlo conoscere; durante le Giornate di Primavera e di Autunno, abbiamo reso possibile la visita della Chiesa di S. Bonaventura, normalmente chiusa e questo ci ha permesso di svelarla agli occhi di chi non l’aveva vista prima. Speriamo ora che anche il Convento possa essere strappato al degrado e all'oblio in cui versa.

Giacomo La Puzza, Presidente Comitato San Bonaventura: “Finalmente il sogno diventa realtà! Con grande giubilo si dà avvio ai lavori di restauro della cappella di San Francesco d’Assisi,scelta tra tutte, perché la più danneggiata. Esprimiamo pertanto soddisfazione per questo risultato raggiunto grazie alla formazione del Comitato cittadino, costituito dalle associazioni Genius Loci,Sicilia Antica, Accademia Italiana della Cucina, Magna Calta, Legambiente, Pro Loco di Caltagirone, Museo Diocesano di Caltagirone e a tanti cittadini che, armati di tanta buona volontà,si sono uniti a sostegno del proprio Luogo del Cuore nella città di Caltagirone. Il recupero della Chiesa di San Bonaventura sarà solo un punto di partenza per salvare, conoscere e tutelare il patrimonio storico-culturale di Caltagirone che i nostri antenati ci hanno lasciato da consegnare ai più giovani, nuovi custodi e per rilanciare l’economia turistica delle nostre realtà”.

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