Pubblicato il 04/07/2020
AMBIENTE

Brucia il bosco di Santo Pietro: distrutta la base del “Ramarro” in contrada Renelle



“Impossibile anche solo pensare che questo disastro sia avvenuto per caso o per incuria – è la denuncia di Renato Carella, presidente del Ramarro Sicilia.


Brucia il bosco di Santo Pietro. Ieri, per diverse ore, il fuoco ha imperversato in diverse contrade del bosco. Completamente distrutta la base del”Ramarro” in contrada Renelle.


Centinaia gli ettari di preziosa macchia mediterranea divorati dall’incendio, con colonne di fumo nero e fiamme altissime che rendevano impossibile per chiunque avventurarsi in quell’inferno, dove la temperatura era di diverse centinaia di gradi, mentre i Canadair, gli elicotteri, i mezzi del Corpo Forestale e le forze dell’ordine tentavano di limitare i danni: “Indescrivibile è lo spettacolo a cui abbiamo assistito impietriti – racconta Renato Carella, presidente del Ramarro Sicilia-, di decine e centinaia di mammiferi, uccelli e rettili che abbiamo visto scappare in tutte le direzioni per mettersi in salvo mentre i Canadair, gli elicotteri, i mezzi del Corpo Forestale e le forze dell’ordine tentavano di limitare i danni: conigli, una volpe, la poiana e altri rapaci, tartarughe e persino un colubro leopardino e una biscia dal collare”.


“Impossibile anche solo pensare che questo disastro sia avvenuto per caso o per incuria – è la denuncia del presidente del Ramarro Sicilia. Ma quando le Istituzioni non hanno le idee chiare o non ce la fanno più e lo stato arretra cedendo il controllo del territorio a forze “altre”, la legalità viene meno e i cittadini restano soli a sbrigarsela in una lotta che diventa sempre più impari”.


“Più che l’odio verso chi ha potuto ordire e mettere in atto tanta nefandezza – conclude -. ci affligge è la pena per la cappa di sottosviluppo e di imbecillità che affligge questa terra e questi uomini che ci spinge a pensare quanto sia necessario opporsi, resistere e ricominciare malgrado tutte le pesanti evidenze che inviterebbero alla scelta contraria. La mafia dei boschi esiste, gli eventi di ieri lo dimostrano e fanno probabilmente parte di un più vasto disegno criminale al quale noi in quanto associazione non vogliamo cedere o rassegnarci chinando il capo o girandoci dall’altra parte come troppo spesso fanno la classe politica e gli uomini che da queste parti “contano” pur essendo anch’essi figli di questa terra così bella e cosi disgraziata”.

“Gli incendi di ieri nel bosco di Santo Pietro sono gravi atti criminali che impongono una risposta decisa”. Lo afferma il sindaco di Caltagirone Gino Ioppolo che lunedì 6 luglio effettuerà un sopralluogo insieme al presidente della marfo Sicilia Renato Carella sui luoghi del disastro.


Solidarietà al Ramarro dal circolo Legambiente “Il Cigno” di Caltagirone,  e da tutti i circoli di Legambiente Sicilia.

“Decenni di incendi dolosi  e sistematici, sommati all'incuria amministrativa , all’abbandono con un conseguente triste fiorire di microdiscariche abusive, hanno condannato - dichiara Anita Astuto, presidente del Circolo "Il Cigno" di Caltagirone -  il Bosco ad un degrado forse irreversibile, ma a cui noi non ci rassegniamo. Ci chiediamo a chi serva. Certamente fa comodo a chi pensa di “sfruttare” Santo Pietro senza il sacrosanto criterio della sostenibilità ambientale e dunque la presenza di una RNO sarebbe incompatibile con tali appetiti”.


“Come prima risposta a questo atto criminale – aggiunge Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia - chiediamo la re-istituzione e il piano straordinario di strutturazione della riserva naturale”.

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