Pubblicato il 26/05/2020
CULTURA

Il racconto delle Pietre



Con questo format intendiamo ricostruire una mappa della memoria a chi ha ancora voglia di guardare la citta da una prospettiva un po' più alta.

di Sebastiano Russo

Ogni giorno camminiamo per le vie della città presi dalla nostra quotidianità, calpestiamo “pietre” che hanno vissuto storie straordinarie ma per chi non ha memoria, restano solo pietre. Nel tempo si è cercato di dare una storia a queste pietre segnando con qualche epigrafe i luoghi per chi distrattamente percorre le strade o entra dento i monumenti più rappresentativi della città. 

Con questo format intendiamo ricostruire una mappa della memoria a chi ha ancora voglia di guardare la città da una prospettiva un po’ più alta rispetto a ciò che può vede seduto comodamente in automobile. Iniziamo con la chiesa ex Matrice. Entrando, sulla destra del portone principale, ci accoglie questa epigrafe:

Gli agricoltori di Monterosso ai quali Caltagirone è patria seconda, il grande lampadario Centrale a Maria SS. Di Conadomini patr. D. città offrirono nell’An.1908 perché tanta pietà fosse ricordata ad esempio. L’arc. Parr.M. Mineo P.

Siamo partiti da questa epigrafe per rispondere ad alcune domande: come nasce il culto della Madonna di Conadomini a Caltagirone? Quando diventa compatrona della città? Gli agricoltori di Monterosso come diventano devoti alla Madonna di Conadomini? Come si è trasformato nel tempo il culto per la Madonna di Conadomini? Qual è il legame fra la Conadomini ed il Bosco di Santo Pietro? A queste ed altre domande risponde Massimo Porta, cultore di storia patria di Caltagirone.

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