Pubblicato il 25/04/2020
ATTUALITÀ
ph. B. Pace

L’appello di Astra: “Contro il Covid, via le polemiche: tutti uniti per salvare Caltagirone”



L’associazione di volontariato calatina rivolge un appello a cittadini, enti, associazioni e istituzioni della città perché si remi tutti assieme contro il Covid-19: “è il momento di  muoverci come un corpo unico per salvare la vita delle persone e il futuro di questo territorio”.

“E non sembra a tutti voi che questo possa essere il momento di abbandonare critiche e polemiche (che superata questa fase troveranno legittimo spazio), e muoverci come un corpo unico per salvare la vita delle persone e il futuro di questo territorio?”. È uno dei passaggi finali della Lettera aperta che l’associazione di Volontariato per la Protezione civile Astra, che da anni opera a Caltagirone, ha rivolto erga omnes a cittadini, enti, associazioni e istituzioni della città.


Un appello a remare assieme contro il Covid-19, rivolto all’Amministrazione comunale; al Consiglio comunale; all’Assessore regionale Ruggero Razza; al Prefetto di Catania; alla Direzione del l’ASP3 Catania; alla Direzione Ospedale Gravina e Santo Pietro; alla Curia Vescovile; alle Associazioni di categoria dei medici ospedalieri, medici di famiglia, infermieri; alle Associazioni di tutte le categorie; ai sindacati: alle associazioni calatine di volontariato, culturali, di promozione sociale, sportive, politiche; alle cooperative sociali; ai cittadini del calatino.

“Vi preghiamo, ciascuno per la propria parte e responsabilità - scrive Astra -, ciascuno per la propria parte e responsabilità, proviamo a creare una forte azione di pressione (Istituzioni , Enti e cittadini) per fare tutto quello che c’è da fare in fretta e bene, senza remore o altri fini che il bene di una collettività che ne ha diritto e se lo merita”.


LETTERA APERTA

 

“Il  nostro è un appello da semplici volontari che amano il territorio calatino ma che ha ancor più a cuore i cittadini di questo territorio ricco di cultura e di operosità.

Premesso

- che l’Ospedale Gravina è stato indicato e attrezzato come centro Covid-19.

- che i cittadini nella stragrande maggioranza sono stati attenti e rispettosi del lockdown per rallentare e  arrestare l’epidemia nella piena coscienza che solo così si possa permettere alla struttura sanitaria di curare gli ammalati, dare tempo ai medici di famiglia di poter somministrare quella che si chiama sanità diffusa, scongiurare vittime del virus sia tra i cittadini sia tra il personale chiamato a diverso titolo a stare in prima linea per il bene generale.


Sentiamo l’obbligo di chiamare tutti, ma proprio tutti, come collettività che ha l’obbligo di salvare e salvarsi avendone la possibilità, ad un’azione collettiva che con forza e determinazione dimostri di saper decidere, scegliere la strada migliore e impegnarsi per raggiungere l’obiettivo.

L’obiettivo è quello di contrastare il Coronavirus ed evitare le inadeguatezze che in altre parti d’Italia hanno causato strage di cittadini.

È noto che il punto più nevralgico in questa battaglia sta nella diagnosi precoce, nell’isolamento momentaneo dei contagiati e di quanti sono venuti a contatto con loro, nella loro migliore cura. 

Bene, in questo percorso c’è una falla pericolosa che è sotto gli occhi di tutti: i tempi troppo lunghi o, addirittura, l’assenza dei dispositivi essenziali. Parliamo non solo dei DPI che tutto il personale che lavora in ospedale e negli studi medici dovrebbe avere nella misura adeguata e nel rispetto delle stesse norme dettate dagli enti preposti alla salute, ma risulta assolutamente inadeguata la pratica dei controlli con il tampone faringeo sia per numero di quelli fin qui praticati, sia per il tempo decisamente troppo lungo per averne l’esito. Mentre è vitale che questa pratica sia tempestiva ed efficiente ogni qualvolta ci si trovi davanti ad una sospetta infezione.

La  vera fase 2 non può che essere il passaggio dalla fase emergenziale a quella efficacemente organizzata, cominciando dai medici ospedalieri e di famiglia il cui stato di salute deve essere costantemente sorvegliato.

I medici di famiglia devono essere messi nella condizione di seguire i pazienti che non hanno bisogno di ricovero.

Se il medico di famiglia chiede che venga eseguito il tampone per un suo assistito, questo deve essere immediatamente fatto. Cosa che oggi non è proprio così automatica.

Tutti i pazienti isolati a casa devono ricevere assistenza e non debbono sentirsi soli e impauriti in attesa di un intervento che non arriva o arriva tardivamente, rischiando di contagiare altri o di rimanere ingiustamente penalizzati da una reclusione inutile e iniqua. Inoltre, non sfugge a nessuno il pericolo di avere in tempi dilatati l’esito del tampone . Tutto ciò avviene nel nostro territorio e i danni di questa situazione si cominciano a registrare in modo allarmante.

Eppure Caltagirone è un centro Covid-19, eppure la Regione Sicilia pare abbia già determinato di dotare l’Ospedale Gravina degli strumenti necessari per eseguire gli esami dei tamponi in loco, cosa che accorcerebbe drasticamente tempi di risposta e permetterebbe un elevato numero di esami.

Cosa si aspetta ad accelerare immediatamente i tempi per realizzare ciò? Che il calatino sia dichiarata zona rossa? Che inizi la conta delle vittime? Che venga ancor più danneggiata la nostra economia?

E non sembra a tutti voi che questo possa essere il momento di abbandonare critiche e polemiche (che superata questa fase troveranno legittimo spazio), e muoverci come un corpo unico per salvare la vita delle persone e il futuro di questo territorio?

Vi preghiamo, ciascuno per la propria parte e responsabilità, proviamo a creare una forte azione di pressione (Istituzioni , Enti e cittadini) per fare tutto quello che c’è da fare in fretta e bene, senza remore o altri fini che il bene di una collettività che ne ha diritto e se lo merita.

Tanto non costituirebbe affatto una mortificazione delle proprie idee e posizioni ma, anzi, sarebbe l’esaltazione dei valori nei quali si dichiara di credere e per i quali  si assume un impegno senza riserve per la collettività”.

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