Pubblicato il 15/07/2015
POLITICA

Al via Caltagirone bene in comune, progetto civico che punta alle amministrative 2016



Si anima e si fa più serrato il dibattito politico a Caltagirone in vista della lunga campagna elettorale che porterà la città, probabilmente a maggio del prossimo anno, a eleggere il Sindaco e il Consiglio comunale. Dopo il via dato dal PD il 6 giugno scorso, a distanza di una settimana, sabato 13 giugno, è stata la volta di “Caltagirone bene in comune”, un progetto politico che guarda alla società civile. «Partiamo dall’idea di riscatto perla nostra città – si legge nel volantino di presentazione – proponendo un patto sociale concordato tra cittadini e istituzioni». Il posizionamento politico è orientato a sinistra, anche per le storie personali di alcuni dei suoi protagonisti, ma l’ambizione è di diventare un soggetto politico capace di catturare un consenso più ampio.

Dalla partecipazione che si è avuta, con la presenza di esponenti dell’associazionismo giovanile, del volontariato e della cultura, ma anche di alcuni consiglieri della passata consiliatura, non riconducibili all’area del centro sinistra, sembra che vuoi per curiosità, vuoi per interesse, vuoi per adesione, il progetto stia suscitando comunque un’attenzione degna di nota. I prossimi mesi ci diranno se e come la proposta lanciata il 13 giugno decollerà e fin dove arriverà il suo percorso politico.

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«“In” fa la differenza – spiega Fabio Roccuzzo  Caltagirone bene in comune nel senso della Caltagirone che una comunità deve inventarsi, strutturare e contribuire a far crescere. In comune laddove il comune in questo caso è l’istituzione verso cui tendere. Il luogo dove realizzare tutto ciò che quella comunità elaborerà». In che modo? Occorre, aggiunge Roccuzzo «ridefinire un percorso dal basso che coinvolga i cittadini e li metta nelle condizioni di strutturare attraverso le proprie idee un programma condiviso. Nel fare tutto questo non precludiamo né ai partito né a quanti da qui in avanti vorranno offrire un contributo di poterlo dare, perché la logica che ci ispira è una logica inclusiva»

Il progetto si farà proposta politica alle prossime elezioni? Cristina Navarra ha dubbi in proposito. Si tratta di «un movimento – dichiara – all’inizio pensato come percorso culturale per avvicinare i cittadini e contrastare lo stato di sfiducia. Poi i tempi si sono ristretti, dato che siamo già in piena consultazione elettorale e quindi perché no? Da noi, da questo movimento crediamo possa partire una proposta politica credibile che sia rispettosa di questo territorio e dei suoi cittadini».

Un azzardo per costruire un programma condiviso, afferma Gemma Marino: «È un azzardo per noi, è una strada difficile, però abbiamo l’obbligo d farlo proprio perché a questa città vorremmo dare quella spinta, quel salto in più che è quello della partecipazione corale, della responsabilità che si assume tutta la città per cercare di andare verso un futuro migliore. La partecipazione di oggi ci conforta perché dice che non è una nostra idea, un’esigenza che ci è venuta, è un’esigenza di tutti». «Ci auguriamo –conclude – che questo entusiasmo cresca e che cresca su un lavoro che sarà duro, sarà di un anno, ma che porti davvero a un programma condiviso che non lasci indietro nessuno».

Giacomo Belvedere

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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