Pubblicato il 18/07/2017
POLITICA

Caltagirone, il Consiglio approva l’ipotesi di bilancio. L’ultima parola al Viminale



Dopo una seduta fiume, iniziata alle 18 di lunedì e protrattasi sono alle prime ore del 18 luglio, con 21 voti favorevoli e due astensioni, il Consiglio comunale ha varato l’ipotesi di bilancio quinquennale. Dopo più di cinque anni la città ha il suo piano contabile.

di Giacomo Belvedere

Dunque, per la festa del Santo Patrono S. Giacomo, Caltagirone, dopo una vacatio durata più  di cinque anni, avrà finalmente il suo bilancio. Il Consiglio comunale, nel corso della lunga seduta di ieri sera, che si è protratta sino alle prime ore del 18 luglio, ha approvato con 21 voti favorevoli e due astenuti (Enzo Di Stefano e Mario Polizzi) l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato per l’esercizio finanziario 2012 – 2016. Durante la votazione, la consigliera Elisa Privitera è uscita dall’aula. L’approvazione era largamente prevista e tuttavia non è stata unanime e con molti distinguo da parte dei gruppi di opposizione. I quattro ventilatori che azionavano le pale per refrigerare l’aria, nulla hanno potuto per temperare il clima politico, che non ha mancato di registrare duri botta e risposta tra maggioranza e opposizione.   

La circostanza temporale è certamente pregna di densità simbolica – e per questo è stata fortemente voluta dall’amministrazione Ioppolo -, che aveva fretta di chiudere prima della festa la partita. Caltagirone, infatti, è diventata un “caso” nazionale: una città priva del piano contabile dell’Ente per così tanti anni non si era ancora vista. Ma i simboli, benché evocativi, restano pur sempre simboli: dopo il passaggio in Consiglio comunale, l’ipotesi di bilancio dovrà fare tappa al Viminale per il varo definitivo. Solo allora si potrà dire concluso il “caso Caltagirone”. Comune è la consapevolezza che, priva di questo documento indispensabile di contabilità, la città difficilmente avrebbe potuto uscire dalle secche della crisi economica. Occorre tuttavia rammentare che la ferita è cicatrizzata, ma potrebbe riaprirsi se non si proseguirà il cammino con prudenza e accortezza, perché i rischi di una recidiva sono dietro l’angolo.

Ioppolo incassa un risultato, che benché squisitamente tecnico, ha indubbiamente anche un risvolto politico non trascurabile. È ancora viva nella memoria la fine dell’amministrazione Bonanno, che proprio sullo scoglio del bilancio naufragò rovinosamente. Dopo la dichiarazione di dissesto del 12 marzo 2013, infatti, Bonanno non riuscì a varare il bilancio, che fu bocciato a tarda notte dal Consiglio comunale nella seduta fiume del 19 marzo 2015, che segnò la fine della sua esperienza amministrativa.

Per il primo cittadino di Caltagirone era dunque di somma importanza poter metter la parola fine alla storia infinita del bilancio comunale, marcando una linea di discontinuità con il passato. La scelta dell’assessore Massimo Giaconia è stata mirata al conseguimento, in tempi brevi, di questo obiettivo. L’assessore ha confessato ieri che immaginava di poter discutere in aula del bilancio “col cappotto”. Ma la navigazione del piano contabile dell’Ente è stata piuttosto accidentata e la discussione in Consiglio comunale, più volte annunciata come imminente, ha subito numerosi slittamenti. Data per sicura a fine anno 2016, l’approvazione del piano finanziario quinquennale è stata via via rinviata, per problemi sorti nel frattempo, che hanno richiesto correzioni e ritocchi, finché si è arrivati alla vigilia della festa di S. Giacomo.

Il provvedimento votato ieri in aula, è infatti quello esitato il 3 luglio dalla Giunta municipale con una “modifica migliorativa” rispetto a quello votato dalla stessa lo scorso aprile, ed aveva ricevuto il parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti e l’ok a maggioranza della I commissione consiliare. Una delibera resasi necessaria, perché sulla delibera precedente, la n. 61, dello scorso 10 aprile, il Collegio dei revisori dei Conti aveva mosso dei rilievi, dichiarando che senza le opportune rettifiche, non sarebbe stato in grado di esprimere un parere. In sostanza, ci si è resi conto che occorreva la rettifica di alcune poste di bilancio sia nella parte entrate che nella parte spese. Si tratta – si spiega nella delibera del 3 luglio –  di correzioni “di modesta entità, e di numero di voci limitato”, che “hanno inciso esclusivamente sulle risultanze dei conti dell’esercizio finanziario 2016”, ma che hanno comportato la necessità di una nuova delibera. È emerso, infatti, un avanzo pari a € 20.000 rispetto all’ipotesi di bilancio precedentemente approvata.

ph. Il Sette e Mezzo

“Ci presenteremo al ministero degli Interni – ha detto il sindaco Gino Ioppolo, intervenendo ieri sera, in Consiglio comunale -, confidando nella sola affermazione del diritto e con la serena consapevolezza di chi, dopo un accurato e complesso lavoro, consegna alla città uno strumento indispensabile per avviarsi verso una fase di definitiva normalità”. “Nessun trionfalismo da parte nostra, ma anche nessun altrettanto deleterio pessimismo – ha precisato il sindaco – Bisogna guardare al futuro con onestà intellettuale, consci di ciò che è stato fatto, ma anche delle difficoltà che ci attendono. Speravamo di chiudere questo capitolo in 6-8 mesi, ma ce ne sono voluti 12 perché abbiamo trovato una situazione gravissima, di cui siamo comunque riusciti a venire a capo. Ringrazio i consiglieri, l’assessore Giaconia, gli uffici e i revisori, il cui lavoro paziente e attento è garanzia della bontà del risultato raggiunto”.

Per parte sua l’assessore alle Finanze, Massimo Giaconia ha sottolineato che “il bilancio è stato redatto secondo criteri di attendibilità, credibilità, veridicità e prudenza”. L’assessore si è detto “commosso”, per la “missione compiuta: “con quattro qualità: competenza, esperienza, passione e disinteresse, si possono raggiungere grandi risultati”. Giaconia non ha rinunciato a polemizzare con “chi ha fatto ostruzionismo”: “è stato creato un fumus sugli avvisi di accertamento, ma senza riequilibrio finanziario tutto diventa un castello di carta”. “Oggi – ha concluso -, oltre al bilancio, centriamo anche l’altro significativo obiettivo del riequilibrio finanziario, come dimostra la riconquistata capacità del Comune di saldare un serie di compensi arretrati e di mettersi in linea con i vari pagamenti compresi quelli ai dipendenti, ma sappiamo pure che dovremo gestire la difficile fase post – dissesto con i tanti debiti a essa connessi e avviare iniziative per svegliare l’economia della città, impegno che stiamo già profondendo e che rafforzeremo”.

“Si tratta di un atto di grande rilievo – ha commentato, a margine della seduta, il presidente del Consiglio Massimo Alparone  che non rappresenta, però, un punto d’arrivo, ma la necessaria base di partenza per il rilancio del Comune e della città. Ringrazio i consiglieri per l’attento e rigoroso esame del provvedimento, l’ufficio, i revisori e l’assessore Giaconia per l’efficiente ed efficace lavoro svolto, confermato dal voto quasi unanime dell’assise. Ci sono tutte le condizioni per  ben sperare nell’approvazione definitiva da parte del ministero”.

ph. Il Sette e Mezzo

La precisazione sul trionfalismo del sindaco è relativa alle critiche mosse dai consiglieri Enzo Di Stefano, Mario Polizzi, Cristina Navarra e Aldo Lo Bianco.  Lunga a articolata, infatti, è stata la discussione, che ha visto diversificate le posizioni dell’opposizione.

Il gruppo “Caltagirone Bene in Comune” (intervenuti Cristina Navarra e Aldo Lo Bianco), pur esprimendo riserve sull’operato dell’Amministrazione, (Navarra: “Il caso Caltagirone unico, grazie alla classe dirigente del centro destra”), “che non ha coinvolto l’opposizione” e sulla conduzione della 1 Commissione (“Una bruttissima pagina”, ha stigmatizzato Lo Bianco), si è espressa per un sì, “perché vogliamo che si chiuda una fase buia e mortificante per la nostra città. Approviamo il bilancio perché vogliamo togliere alibi a un’amministrazione che arranca”.

Nel gruppo “Per la città che vogliamo” Vincenzo Di Stefano e Mario Polizzi, critici “sul trionfalismo della maggioranza”, si sono astenuti “per persistenti dubbi sul metodo seguito e sul merito, in particolare sull’attendibilità delle soluzioni proposte”. Di Stefano non ha condiviso la narrazione dell’amministrazione Ioppolo “che esalta le magnifiche sorti e progressive”, ma pecca, a suo avviso, di “trionfalismo e faciloneria”, e si è detto “perplesso sul fatto che si riesca a stare dentro i cinque anni senza sforare nel sesto”.

Gli altri due consiglieri dello stesso gruppo, Marco Failla e Simone Amato, pur in polemica con la maggioranza, hanno votato sì, “perché rassicurati dal parere favorevole dei revisori” (illustrato dal presidente Carlo D’Alessandro).

Anche Lara Lodato del Movimento 5Stelle ha ammonito ad “evitare il rischio che ci ritroviamo il 2017 squilibrato. Non vorremmo precipitare nuovamente nel baratro”.  Il M5S ha votato favorevolmente al provvedimento “per senso di responsabilità: perché sollevare problemi formali dato che la delibera ha avuto l”ok dei revisori? E chi li pone – ha aggiunto in polemica con i consiglieri di area PD – con la sua finanza creativa è responsabile del dissesto che non è colpa della Giunta Ioppolo”. “Ma ora – ha concluso Lodato – fiato sul collo della Giunta”.

Sull’argomento i consiglieri della maggioranza – intervenuti il presidente della commissione Gaetano Lo Nigro, Sergio Domenica, Luca Di Stefano, Andrea Bizzini, Oriella Barresi, Roberto Gravina, Maria Di Costa, Antonio Montemagno, Piera Iudica e Valentina Messina – hanno plaudito all’azione dell’Amministrazione, sottolineando “la grave eredità ricevuta dagli esecutivi precedenti sino alla metà del 2012 e l’importanza del provvedimento, frutto di un lavoro articolato e di grande e proficuo impegno, come essenziale elemento per il migliore futuro della città, che ha imboccato la strada giusta”.

Adesso l’amministrazione Ioppolo potrà navigare in acque più tranquille. Incassato il bilancio, potrà  e dovrà impegnarsi nella progettazione e nel rilancio della città. Ma non è detto che bilancio faccia automaticamente rima con rilancio. I problemi potrebbero venire dal fronte interno. La quadra della Giunta è frutto di accordi e alchimie politiche assai delicate e non è mistero che ha generato alcuni mal di pancia nelle compagini che si sono viste sacrificate in nome dell’alleanza. Superato lo scoglio arduo del bilancio, le fibrillazioni sopite potrebbero riacutizzarsi.

C’è il nodo dell’assessorato alla Cultura, rimasto vacante dopo le impreviste dimissioni dell’assessore Vito Dicara, per le note vicende dei 4 cuccioli di cane abbandonati. Il Sindaco ha nominato  come consulente a titolo gratuito alle attività culturali il prof. Giacomo Pace Gravina, ordinario di Storia del diritto medievale e moderno al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina. Un tecnico di alto profilo, a cui ha chiesto anche di occuparsi delle festività del Santo Patrono. Una mossa attendista, per saggiare le reazioni,  in vista di un incarico a tutto tondo? Difficile dirlo ora: l’autunno maturerà i suoi frutti.

Certo è che ieri si sono colti alcuni segnali negli interventi della maggioranza, pur compatta nella difesa dell’operato della Giunta sul bilancio. Roberto Gravina ha alluso a “errori” che si sono fatti; Sergio Domenica, pur dichiarando che “quello del bilancio è un punto di partenza e nessuno si deve astenere”, ha tuttavia ammonito: “da oggi non si fanno sconti”. Più esplicito Andrea Bizzini, che ha ammesso che sulla gestione della raccolta differenziata ci sono problemi e ha chiesto al Sindaco di “esortare il suo assessore al ramo a girare di più tra la gente”. Sarebbe esagerato definirli segnali di guerra. Ma, sotto le ceneri, che appaiono spente, spesso di cela la brace ancora accesa.  

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