Pubblicato il 07/02/2016
SOCIETÀ

Il vescovo di Caltagirone visita la Rems: «Ognuno è prezioso agli occhi di Dio»



 Giacomo Belvedere

Ieri il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri, si è recato in visita a Santo Pietro alla Cta (Comunità terapeutica assistita) e alla Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) di Caltagirone. Il pastore della Chiesa calatina è stato accolto dai responsabili della struttura e dell’Ospedale Gravina di Caltagirone. Presente anche una delegazione calatina dell’Accademia italiana della cucina; volontari e rappresentanti della Comunità ecclesiale di Santo Pietro. «Dietro le cose che facciamo c’è sempre una visione dell’uomo – ha detto il vescovo -. La Cta e la Rems dimostrano che guardando l’uomo non ci si può mai fermare al problema o all’azione compiuta, facendo coincidere la persona con il suo problema o con le sue azioni. La persona è oltre il problema e le sue azioni. Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio! Per questo dovremmo tutti sostenerci ed essere più solidali, coltivando la bellezza delle relazioni e avendo sempre come principio, centro e fine di ogni nostro servizio l’uomo nella sua interezza».

Dopo avere visitato la Cta, mons. Peri si è recato alla Rems, dove ha pranzato con gli oltre 80 commensali, tra operatori e ospiti delle due strutture.«È un onore accogliere oggi mons. Peri alla Rems – ha detto il dr. Franco Luca, direttore sanitario dell’Asp di Catania -. Questa struttura rappresenta per noi un obiettivo conseguito nell’erogazione di nuovi servizi, e il contributo positivo per il rispetto della persona con disagio psichico»Sono attualmente 20 gli ospiti per ciascuna delle due strutture, per i quali viene predisposto un piano terapeutico riabilitativo personalizzato finalizzato all’acquisizione di nuove abilità e all’integrazione sociale. Alla fine della giornata gli ospiti della Rems hanno donato al vescovo un manufatto realizzato durante i laboratori artistico-espressivi condotti dall’equipe interna.

Ph. Giusi Scollo

Ph. Giusi Scollo

Le Rems sono strutture residenziali alternative, entrate in funzione, il 31 marzo 2015, che hanno sostituito i vecchi Ospedali psichiatrici giudiziari (OPG), chiusi a seguito della legge n. 81 del 30 maggio 2014. Si tratta di un’autentica rivoluzione. Nelle Rems il trattamento del paziente psichiatrico giudiziario punta più che sulla reclusione sulla cura e riabilitazione. Dopo la chiusura dell’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto, a fine aprile, i primi 18 pazienti sono stati trasferiti nella Rems di Santo Pietro. La presenza della struttura a Santo Pietro ha diviso l’opinione pubblica ed è una questione calda aperta che continua a suscitare dubbi e polemiche. Fra i più critici il comitato pro Santo Pietro, che si è costituito per difendere il territorio da quella che considera un’intrusione estranea alla sua vocazione turistico-naturalistica. Dal canto loro i responsabili sanitari della struttura hanno sempre rassicurato sugli standard di sicurezza, che a loro avviso sono rispettati al massimo grado.

Ma alcuni episodi hanno alimentato fra i residenti la paura del matto a piede libero. Il più eclatante è avvenuto nella notte tra il 22 e il 23 agosto 2015, e si è concluso con l’arresto di un ospite della struttura – responsabile anche dell’incendio di una Panda di proprietà dell’Asp 3 – con l’accusa di tentato omicidio nei confronti di un infermiere impiegato nella medesima struttura sanitaria. Il 12 novembre 2015, inoltre, un pluripregiudicato, ospite della Rems, condannato alla pena di un anno e dieci mesi di reclusione con l’accusa di  rapina aggravata, lesioni personali e porto abusivo di armi, è stato trasferito dai Carabinieri di Caltagirone dalla Rems al carcere, in quanto la sentenza divenuta irrevocabile,  perché non appellata, è stata resa esecutiva e il soggetto doveva  scontare un residuo di un anno e un  undici mesi di reclusione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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