Pubblicato il 06/08/2019
ATTUALITÀ

40 migranti sbarcano nell'agrigentino. Amnesty boccia il Decreto Sicurezza bis



L’imbarcazione era partita da Monastir in Tunisia. In un video postato dall’associazione Mareamico si vede la barca toccare terra e subito dopo le persone scendere e disperdersi davanti agli occhi dei bagnanti. Per tutta la sera e la notte i migranti hanno vagato - dice Mareamico - senza che nessuno prendesse un’iniziativa seria per aiutarli ed identificarli.


di Giacomo Belvedere

Sono una quarantina i migranti sbarcati ieri pomeriggio, intorno ale 17, nella spiaggia di Punta bianca (Ag). L’imbarcazione, lunga meno di 10, era partita da Monastir in Tunisia. In un video postato dall’associazione Mareamico si vede la barca toccare terra e subito dopo le persone scendere e disperdersi davanti agli occhi dei bagnanti. Secondo l’associazione Mareamico l’imbarcazione, che non può avere affrontato la traversata del canale di Sicilia ma sarà stata sicuramente rimorchiata da una barca madre fino a poche miglia dalla costa, non aveva nessun numero di riconoscimento, non conteneva reti da pesca ed era stata verniciata da poco.

Ad alcuni di loro - riferisce l'associazione -  è stata fornita dell'acqua, altri si sono immediatamente incamminati per le colline tra Agrigento e Palma di Montechiaro, alla ricerca di un sentiero o di una strada. “Per tutta la sera e la notte i migranti hanno vagato - dice Mareamico - senza che nessuno prendesse un’iniziativa seria per aiutarli ed identificarli”.


Quello di ieri non è l’unico sbarco “fantasma” sulle coste siciliane. Sbarchi fuori dai riflettori dei media, che  non lasciano traccia e che sfuggono ai controlli, diversamente da quando i naufraghi sono soccorsi dalla navi delle Ong, possono essere identificati e, sentendosi al sicuro dalle minacce, spesso denunciano i trafficanti. 

VIDEO


Intanto non si sblocca la situazione della nave di Open Arms, che ha soccorso 121 naufraghi. Tra le 121 persone a bordo ci sono 32 minori, 27 dei quali viaggiano soli. Voi lo sapete cosa significa trovarsi in mezzo al mare, da soli, lontani dalla propria famiglia? Hanno diritto a essere protetti, hanno diritto a sbarcare in un porto sicuro. #meglioinquisitichecomplici, scrive la Ong su Twitter.


E contro il Decreto Sicurezza-bis scende in campo Amnesty International che esprime “forte preoccupazione per norme che criminalizzano solidarietà” e per un provvedimento che è “contro il senso stesso di civiltà”, e “figlio del clima di odio che è stato consapevolmente fomentato in questi ultimi mesi”. “La criminalizzazione di chi salva vite in mare – continua Amnesty - non è priva di conseguenze: nei mesi estivi si è registrato uno spaventoso aumento del tasso di mortalità in mare”.



La discussione del provvedimento, invece, secondo Amnesty, “avrebbe potuto anche essere un’occasione per aprire un dibattito sulle misure di trasparenza per l’operato delle forze di polizia, come i codici identificativi, a tutela e a garanzia del lavoro degli agenti stessi”.

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