Pubblicato il 19/04/2017
ATTUALITÀ

A Giusi Nicolini e SOS Méditerrané il premio Unesco per la Pace



Il Premio Unesco sembra voler far giustizia e spazzar via le ombre e i sospetti sulle Ong, che sono state rinfocolate dalle recenti dichiarazioni del Procuratore di Catania Zuccaro. 

di Giacomo Belvedere

Giusi Nicolini come Nelson Mandela, Shimon Peres e Yasser Arafat. Sulla sindaca di Lampedusa è caduta la scelta della giuria del Premio Houphouet-Boigny per la ricerca della pace dell’Unesco: il premio è andato, oltre che alla sindaca di Lampedusa Giuseppina Nicolini, all’Ong francese SOS Méditerranée e per aver salvato la vita a numerosi rifugiati e migranti e averli accolti con dignità.

“Da quando è stata eletta sindaco nel 2012, Nicolini si è distinta per la sua grande umanità e il suo impegno costante nella gestione della crisi dei rifugiati e della loro integrazione dopo l’arrivo di migliaia di rifugiati sulle coste di Lampedusa e altrove in Italia”, si legge nelle motivazioni. L’Unesco riconosce che “Sos Méditerranée è un’associazione europea che si occupa di portare assistenza a tutte le persone bisognose nel mar Mediterraneo”.

Un riconoscimento prestigioso che viene proprio in un momento in cui sulle Ong operanti nel Mediterraneo si è addensata l’ombra del sospetto di un presunto businnes legato al salvataggio migranti, nonché di accordi segreti e complicità con gli scafisti. Accuse a cui è sembrato dare man forte anche il Procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, che, nell’audizione parlamentare del 22 marzo scorso, si è chiesto «perché mai vi fosse stato un proliferare così intenso di queste unità navali. Soprattutto, abbiamo cercato di capire come si potessero affrontare costi così elevati senza disporre di un ritorno in termini di profitto economico». Il Procuratore etneo si è affrettato in seguito a gettar acqua sul fuoco delle polemiche, spiegando che nessun fascicolo è stato aperto, ma si è avviata solo l’acquisizione di informazioni da parte di un gruppo specializzato della Procura a livello di studio, ma tanto è bastato per dare la stura a un vespaio di polemiche e alle ipotesi più azzardate. In effetti, le parole del Procuratore sono state delle autentiche pietre su cui è assai difficile mimimizzare.

Dagli esiti della prima indagine conoscitiva espletata dalla Procura, è risultato che  il Paese europeo che ha dato vita alla maggior parte di queste ONG è la Germania, alla quale fanno capo ben 5 di queste ONG: SOS Méditerranée, Sea Watch Foundation, Sea-Eye, Lifeboat, Jugend Rettet. E su SOS Méditerranée,  queste sono state le parole del procuratore etneo:?«Per quanto riguarda, per esempio, Aquarius, la nave di SOS Méditerranée, ci risulta che ammonta a circa 11.000 euro al giorno il costo di gestione della missione. Per quanto riguarda, per esempio, il peschereccio Jugend, i costi mensili ammontano invece su base mensile a circa 40.000 euro». «Noi riteniamo – ha ribadito Zuccaro – ci si debba porre il problema di capire da dove provenga il denaro che alimenta, che finanzia questi costi elevati. Da questo punto di vista, la successiva fase della nostra indagine conoscitiva sarà quella di capire quali sono i canali di finanziamento».

Anche riguardo al numero dei morti in mare, le parole di Zuccaro sono state al vetriolo: «La presenza di queste organizzazioni – ha dichiarato – , a prescindere dagli intenti per cui operano, non ha attenuato purtroppo il numero delle tragedie in mare. Sono convinto che i dati ufficiali di questi morti rispecchino soltanto in maniera molto approssimativa il dato effettivo delle tragedie che si verificano in alto mare».

Altro punto caldo sollevato da Zuccaro, è stato il sospetto di presunti contatti tra le Ong e gli scafisti. «Sono convinto – ha continuato Ziccaro – che non sempre comunque sia stata la centrale operativa a chiamare le ONG. Io ritengo che poiché i punti di contatto con le ONG si desumono anche dalle fonti aperte – se andiamo su internet, possiamo riuscire a reperire anche numeri di telefono e punti di contatto di queste ONG – come si fa ad escludere che siano state chiamate direttamente?». E a una domanda degli interlocutori: «è provato?», il Procuratore ha risposto: «Questo non è stato provato, ma non è stato neanche escluso. Quello che è provato è che certamente quando vengono chiamate le ONG sono sempre più vicine. Quello che noi cerchiamo adesso di comprendere – questo è uno dei punti che stiamo cercando di comprendere, per questo dico che è molto interessante la questione che avete sollevato – è proprio questo. C’è probabilmente da indagare sul fatto che qualche volta questo contatto possa non essere stato mediato dalla centrale operativa».

Le Ong hanno respinto sdegnate insinuazioni e  sospetti sulla loro attività di soccorso in mare. E l’Unesco, oggi, sembra voler spazzare via in un sol colpo tutte le ombre e i sospetti e far giustizia sulle Ong.  

Il Premio, istituito nel 1989, è un riconoscimento per tutte le persone, istituzioni od organizzazioni che si sono distinte per la ricerca della pace. Sono stati premiati tra gli altri François Hollande, Nelson Mandela, Shimon Peres e Yasser Arafat.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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