Pubblicato il 01/01/2019
ATTUALITÀ
ph. Thomas Theke, Sea Watch

Cartolina 2019, Sea Watch e Sea Eye: l'odissea di 49 persone che pesa sulla coscienza dell'Europa



Da undici giorni 32 persone, tra cui 2 bambini piccoli e un neonato, vagano nel Mediterraneo a bordo della Sea Watch alla vana ricerca di un approdo. Altri 17 sono sulla Sea Eye. Ma non c'è posto per loro: è l'imbarazzante foto ricordo di questo Capodanno. Mentre si brinda al nuovo anno, nel Mediterraneo sta morendo l'Europa cristiana.


di Giacomo Belvedere

Abbiamo solo fuochi d'artificio per le emergenze. A causa della violenta tempesta in cui la Sea Watch 3 si trova, speriamo di non dover sparare nessun razzo oggi. Vorremmo cogliere l'occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno sostenuto in questo anno difficile. Feliz 2019 a tutti voi!”. È questa la cartolina di auguri, che meglio rappresenta il Capodanno 2019. Mentre in Europa si sparavano i fuochi d'artificio per festeggiare il Capodanno, c'era chi doveva conservarli per salvarsi la vita.



Da undici giorni 32 persone, tra cui 3 minori non accompagnati - 2 bambini piccoli e un neonato - sono in mare. Vagano nel Mediterraneo a bordo della Sea Watch 3 alla vana ricerca di un approdo. Altri 17 sono sulla Sea Eye. È la foto ricordo di questo fine anno. Una foto imbarazzante che l'Europa non vuole guardare per non turbare la sua falsa coscienza.

A bordo si cerca di sopravvivere anche con l'ironia. “Non voglio essere in nessun altro posto al mondo che su questa nave, sballottato dalle onde. Dopo tutto, non ho mai avuto il piacere di festeggiare il Natale insieme a persone di 17 diversi paesi d'origine”, ha scritto il 24 dicembre Thomas Theke, cuoco della Sea Watch 3, mentre cucinava per il cenone di Natale cous cous con verdure, con la chiara e limpida coscienza “di essere nel posto giusto, al momento giusto e di fare la cosa giusta”.

Ma ora il tempo è peggiorato: soffia un vento gelido nel Mediterraneo e le temperature sono crollate. La Sea-Watch 3 non è progettata per accogliere e prendersi cura delle persone per un lungo periodo e il personale medico ha lanciato l'allarme: “49 esseri umani tenuti in ostaggio dagli Stati europei” così si legge in un comunicato congiunto di Sea-Eye e Sea-Watch, che avevano chiesto “una soluzione entro la fine dell’anno”. Ma il 2019 si è aperto così come si era chiuso il 2018: non c'è posto per loro.


Malta, Italia, Spagna, Germania e Olanda si sono rifiutate nei giorni scorsi di offrire un porto sicuro. E ciò, nonostante più di 30 città tedesche si siano offerte di accogliere i naufraghi. Insomma, non si vuole essere solidali, ma si impedisce anche che lo siano altri al posto nostro, perchè la solidarietà è diventata un crimine, di cui si debbono occupare le procure, non un valore da perseguire.


A fine anno si usa gettare ciò che è vecchio. Sarebbe urgente gettare via, una volta per tutte, il buonismo. Precisiamo: il buonismo non è la bontà. Questo è quello che vogliono farci credere, quelli che dicono: “Non sono razzista ma...; è giusto aiutare gli altri ma prima...”. Sono loro i veri buonisti.



C'era una volta un tempo in cui c'erano la bontà e c'era la cattiveria. Il confine era netto. Certo, c'era anche chi ipocritamente si fingeva buono. Era una menzogna, che tuttavia non metteva in discussione il discrimine tra bontà e cattiveria. Chi commetteva una cattiveria non se ne vantava in pubblico e se ne vergognava. Poi qualcuno uscì fuori la parola “buonismo”. E accusò la bontà di buonismo. Che colpo di genio: non c'era più bisogno di fingersi buoni, perché ad essere messi sotto accusa erano proprio i buoni. Si era inventato il reato di solidarietà. Ed è iniziata una deriva antropologica e morale le cui conseguenze non sono facilmene calcolabili, ma avranno bisogno di molti anni per essere sanate. Perché si sono avvelenate le anime.



Ricordate la parabola del buon Samaritano? Ci sono in scena due “buonisti”: il sacerdote e il levita che vedono il malcapitato. e passano oltre - letteralmente lo “scavalcano” - , perché temono di compromettere la loro purità rituale. Il razzismo buonista, che oggi spira come un vento gelido e venefico in Europa, è questo: “purità rituale”, falsa coscienza.


Il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri, nel suo messaggio di auguri alla città, ha invitato a non perdere il senso di umanità, non essere insensibili di fronte all’uomo, senza etichette, perché la civiltà europea di radici cristiane, non si può permettere uno sbandamento così vistoso in un momento in cui, invece, dovrebbe rispolverare la sua migliore tradizione”.

Diciamolo forte ai sedicenti difensori della cosiddette radici cristiane dell'Europa: nel Mediterraneo sta morendo l'Europa cristiana.


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