Pubblicato il 29/12/2018
CULTURA
ph. Il Sette e Mezzo

Niccolò Longobardi o Nicola Longobardo? Risolto l'enigma sul nome dell'illustre gesuita caltagironese - VIDEO



Si chiamava Niccolò Longobardi, come vuole la vulgata, o Nicola Longobardo, come risulta dalle ricerche più aggiornate sulle fonti, il gesuita caltagironese, successore di Matteo Ricci nella missione in  Cina? Per dirimere una volta per tutte la questione, ci siamo rivolti alla sinologa Silvia Toro, dottoranda presso l’Università cattolica di Lovanio, in Belgio e a Matteo Falcone, giovane caltagironese, specializzando in Lingue e Letteratura cinese, che nelle loro ricerche si sono occupati dell'illustre missionario caltagironese.


di Giacomo Belvedere 

Si chiamava Niccolò Longobardi, come vuole la vulgata, o Nicola Longobardo, come risulta dalle ricerche più aggiornate sulle fonti, il gesuita caltagironese, successore di Matteo Ricci nella missione in  Cina? Il dubbio, che sarà venuto a molti caltagironesi appassionati di storia patria, ha un’eco anche nella nota enciclopedia online Wikipedia, che tradisce un’oscillazione tra la vecchia versione Niccolò Longobardi, accolta nella voce che fa da titolo, e la nuova Longobardo, che si ritrova nel testo.  


Per dirimere una volta per tutte la questione, abbiamo ci siamo rivolti alla sinologa Silvia Toro, dottoranda presso l’Università cattolica di Lovanio, in Belgio e a Matteo Falcone, giovane caltagironese, specializzando in Lingue e Letteratura cinese.

Silvia Toro ha curato la traduzione dal cinese classico del Trattato sui terremoti, scritto dal gesuita caltagironese nel Seicento, basandosi sull’edizione del manoscritto conservata alla Biblioteca Nazionale di Francia.  

Matteo Falcone ha recentemente conseguito la Laurea triennale presso l’Università degli Studi di Catania, corso di Mediazione linguistica e culturale di Ragusa, con una tesi su Nicola Longobardo S.J.: un caltagironese alla corte Ming.

Due esperti, dunque. Il loro responso è unanime e non lascia adito a dubbi: il nome, attestato dalle fonti archivistiche e dalla stessa firma autografa del gesuita caltagironese nei manoscritti, è Nicola Longobardo, con buona pace delle targhe commemorative e della toponomastica che, nella città della ceramica, invece seguono la vulgata.


Nato a Caltagirone nel 1565, Nicola Longobardo (1565-1655) aveva studiato  retorica, filosofia e teologia nella sua città natale, quindi a Messina e a Pamo e si era poi imbarcato da Lisbona con l’amico conterraneo Girolamo de Angelis per raggiungere il Giappone. Ma i loro destini hanno seguito percorsi diversi. De Angelis aveva conosciuto il martirio – come il siciliano Giuseppe Chiara, dalla cui storia il regista Martin Scorsese ha tratto materia narrativa per il film “Silenzio” – mentre Longobardo aveva raggiunto la Cina e, alla morte di Matteo Ricci, era diventato superiore della missione cinese dal 1610 al 1622.


Il Trattato sui terremoti è stato scritto a Pechino nel 1626, dopo un grande sisma avvenuto nei pressi della capitale. L'opera contribuisce a dare risposte più scientifiche a un fenomeno che prima di allora veniva attribuito ai movimenti sotterranei di un drago delle acque o di una tartaruga. Il testo rappresenta un documento di grande interesse anche per ricostruire la formazione poliedrica dei gesuiti e l’incontro tra Europa e Cina nel quadro delle conoscenze scientifiche e della sensibilità religiosa del Seicento.

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